Pescara. Dicono no al nuovo Piano spiaggia le associazioni ambientaliste che hanno preso parte alla riunione in Municipio svoltasi durante la giornata di ieri, alla presenza del presidente della Commissione infrastrutture, Francesco Pagnanelli e dell’assessore al Demanio, Enzo Del Vecchio.
“Non è un piano, ma una serie di norme che consentiranno un’occupazione sempre più invasiva del demanio marittimo, sulla base di una visione assai vecchia e obsoleta del turismo e la raccolta di richieste di carattere lobbistico-clientelare”, hanno dichiarato le associazioni sul ‘Piano demaniale marittimo’ comunale, che rientrerà nel più ampio Piano Regionale.
“Il Comune sospenda l’esame del Piano e chieda alla Regione di modificare il Piano demaniale marittimo regionale”, hanno chiesto le associazioni, che hanno espresso all’unanimità un parere negativo su tutta la linea.
Ecco i punti salienti della proposta della Giunta comunale:
un aumento delle superfici occupate e delle volumetrie del 30%, con ulteriore incremento di tutti gli impianti mobili (tendaggi e gazebi, parchi gioco, arredi esterni, piattaforme, locali tecnici etc.); un aumento dell’occupazione del fronte mare; la possibilità di dare destinazione ricettiva, trasformando i balneatori in affittacamere; la permanenza delle strutture mobili tutto l’anno, con la proliferazione incontrollata di barriere visive; l’eliminazione delle norme sulle recinzioni; la diminuzione della larghezza del corridoio tra gli stabilimenti; la deroga nuovamente a due anni per liberare la vista mare in corrispondenza delle piazze e delle grandi vie; la privatizzazione dello specchio acqueo antistante le concessioni.
“Le associazioni ritengono non vi sia alcuna ragione di interesse pubblico che giustifichi un ulteriore incremento del volume degli stabilimenti balneari, né l’ulteriore impedimento del libero accesso e della vista del mare”, hanno fatto sapere gli ambientalisti.
Alla riunione con la Commissione infrastrutture erano presenti Loredana Di Paola del Forum Acqua; Massimo Melizzi, di Pescara Punto Zero; Luciano Di Tizio, del WWF; Giuseppe Di Marco, di Legambiente; Mimmo Valente, di Italia Nostra; Paola Barbuscia, di Marevivo; Edvige Ricci, di Miladonnambiente; Anita Boccuccia, di Dimore Storiche; Laura Antosa, dell’Ordine degli Architetti; Maurizio Acerbo, PRC.
“E’ stato ampiamente chiarito che il Comune, in virtù della propria potestà pianificatoria, non è obbligato a recepire le indicazioni regionali che innalzano il limite massimo di occupazione, mentre è doveroso chiedere alla Regione di cancellare la norma che prevede che le attività aperte tutto l’anno e che hanno almeno 10 dipendenti possano arrivare a 500 mq, raddoppiando così l’attuale limite massimo”.
Afferma Di Paola ” In prima istanza, pertanto, chiediamo al Comune di Pescara di ritirare il ‘Piano Spiaggia’ e nel contempo farsi parte attiva nei confronti della Regione per la modifica del Piano Demaniale Marittimo Regionale, che davvero non fa onore alla Regione verde d’Europa.”