Non vogliono che scelte “scellerate” possano penalizzare ancora la provincia teramana. Per questo la Funzione Pubblica Cgil chiede al Governatore Luciano D’Alfonso se davvero pensare ad una Asl unica regionale possa apportare davvero i benefici tanto auspicati.
“Le ultime notizie attorno al dibattito della Asl unica appaiono, a dir poco, devastanti”, scrive in una nota il segretario provinciale Amedeo Marcattili che contesta il fatto che la decisione a riguardo sembra ormai essere stata già presa. E ricordando al presidente come nelle vicine Marche il suo collega stia cercando di tornare indietro nella scelta fatta qualche anno fa visto che non comporta alcun risparmio, Marcattili invita D’Alfonso a cambiare rotta.
La soluzione per il sindacato sarebbe quello di riportare all’interno del pubblico, invece di esternalizzare, tutti quei servizi che negli anni sono stati privatizzati, con un maggiore costo per la collettività, avviando così anche un percorso che dia stabilità ai lavoratori attualmente assunti da ditte private.
“Non vorremmo pensare”, continua Marcattili, “che l’articolazione di un’azienda unica regionale risponda alle esigenze di chi, negli anni, nei propri territori ha fatto fiorire la sanità privata. Ma davvero possiamo pensare che un capo Dipartimento sia in grado di controllare l’operato di medici da Vasto a S.Omero piuttosto che in altri presidi dislocati su tutta la regione? Chi garantirebbe, ad esempio, che l’eccellenza di cardiochirurgia di Teramo continui a godere di tutela in termini di risorse umane e strumentali se la gestione viene centralizzata e parificata?”.
Per la Cgil, dunque, le scelte regionali stanno andando nella direzione di una ulteriore burocratizzazione della sanità, senza dare risposte alle reali esigenze dei cittadini.