Vasche anti-esondazione sul Pescara: “Vietare la cementificazione del fiume”

Pescara. Un emendamento alla legge approvata un mese fa per vietare ogni genere di edificazione, sia residenziale che commerciale, sulle superfici poste sino a 150 metri dalle sponde e dagli argini del fiume Pescara, dove è stata avviata la realizzazione di 5 vasche naturali antiesondazione.

Lo depositerà lunedì il capogruppo Forza Italia alla Regione Abruzzo, Lorenzo Sospiri, che oggi ha illustrato l’iniziativa insieme agli amministratori locali di Rosciano e Cepagatti. Sono questi, infatti, i Comuni che, secondo Sospiri, “subiranno una perdita e la Regione deve ora operare per vincolare in maniera perenne le aree ancora libere lungo l’intero asse, al fine di impedire ulteriori e future cementificazioni.

“In altre parole”, afferma il consigliere regionale, “fatte le vasche di compensazione, a nessuno venisse in mente di autorizzare altri palazzi o centri di distribuzione, com’è già avvenuto in passato a Spoltore, Chieti, Manoppello o San Giovanni Teatino. Sono certo che il Pd non potrà che sottoscrivere e approvare tale norma a tutela dell’intera regione”.

Rosciano e Cepagatti sono stati i soli due Comuni che non hanno cementificato e hanno lasciato correttamente libero il territorio a ridosso del fiume e, dovendo acquisire i terreni necessari per le opere, la Regione si avvarrà di una legge che stabilisce la Servitù di allagamento: niente espropri, anche per evitare il rischio di contenziosi che avrebbero allungato i tempi di cantiere con il rischio di perdere i 54milioni di euro di finanziamento, dunque i terreni, tutti di natura agricola, non verranno tolti ai proprietari, ma ci sarà solo una servitù e i proprietari potranno continuare a coltivarli, imponendo, però, comunque delle limitazioni, ossia dei danni. “Ora però – ha proseguito il Capogruppo Sospiri – dobbiamo garantire che la cementificazione selvaggia delle sponde del fiume avvenuta in passato, rendendo oggi necessarie le 5 vasche, non accada mai più. Quindi non possiamo pensare di togliere tra i 50 e i 100 ettari a Cepagatti e Rosciano, e poi autorizziamo Megalò 2 o 3, o cementifichiamo ancora sulla sponda di Manoppello o autorizziamo un altro complesso residenziale lungofiume a Spoltore, rendendo inutile il sacrificio dei cittadini di Rosciano e Cepagatti”.

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