Atri. “Se si vuole un esempio emblematico di cattiva amministrazione e conseguente sperpero di denaro pubblico, basterà guardare la vicenda del Centro Turistico Integrato di Atri che il Comune ha affidato in gestione per 25 anni a una Società privata. A quasi due anni dall’atto di Concessione, la struttura è paralizzata da un contenzioso che avevamo facilmente previsto da subito. E’ veramente mortificante ritornare ancora sulla vicenda del C.T.I. di Colle Sciarra, poiché non sono bastate le interrogazioni, le prese di posizione, i comunicati, le denunce solo politiche (per il momento), del PD, del gruppo Consiliare e dei singoli consiglieri per convincere l’Amministrazione Comunale a discutere in Consiglio Comunale la questione”.
Lo ha dichiarato il capopruppo PD, Alfonso Prosperi, ribadendo che “la Deliberazione di G.M. n. 50 del 24.04.2012 avente ad oggetto la gestione del centro turistico integrato ha previsto una clausola del tutto illegittima e fonte di danno erariale laddove ha espressamente previsto di: ‘impegnarsi ad assegnare alle Associazioni sportive Atriane regolarmente iscritte al Coni che usufruiranno degli impianti una sovvenzione annuale, derivante dal risparmio gestionale del CTI ( utenze ,gestione impianti Pala Di Nardo Pasquali e Stadio M. Piccirilli), capace di coprire in gran parte o totalmente le tariffe;’ Si è partiti con una scelta politica ed amministrativa sbagliata, con una delibera di partenza errata ed illegittima che ha trascinato ed inficiato tutti gli atti annessi e connessi: gara, convenzione, rapporti giuridici ecc., fino ad arrivare alla Del. di Giunta n. 4 del 15.01.2015 dove, letteralmente, si decide di: ‘Conferire incarico legale……. per l’attivazione dell’azione giudiziaria di risoluzione contrattuale per inadempimento nei confronti della Soc. Concessionaria del Centro Turistico Integrato’ . Non conosciamo a tutt’oggi la situazione legale delle ingiunzioni. Una situazione difficile ove si annidano dei pericoli seri anche per eventuali tentativi di transazione. Intanto le Associazioni sportive sono in rivolta. La politica sportiva e turistica sbandierata, oltre al corposo contenzioso legale che è stato aperto con le dimostrate incapacità amministrative non mostra alcuna chiarezza su cosa la Giunta intende fare per lo sport, per le Associazioni che sono state deluse con le false promesse , con gli impianti paralizzati dalla lite aperta e chissà quando conclusa e come.
Lo sport, le attività motorie, lo stile di vita attivo, attengono sempre più alla sfera dei diritti e, di conseguenza a quella delle politiche sociali. L’Amministrazione Comunale deve promuovere la diffusione dell’educazione sportiva, ricreativa e culturale, di tutte le classi sociali e di tutte le fasce d’età, garantendone l’accessibilità e soddisfacendo gli interessi generali dei cittadini”.
Per il Partito Democratico è “necessario costruire un nuovo patto, fra amministrazione e cittadini, ridefinendo ruoli e responsabilità delle amministrazioni e delle società sportive. Noi siamo d’accordo nel concordare la strategia fondata sulla consapevolezza che le politiche pubbliche , non necessariamente presuppongono gestioni pubbliche, ma anzi potrebbero essere opportunamente integrate dall’ intervento del privato nel sociale senza scadere, comunque, nella facile esternalizzazione dei servizi essenziali. In questo quadro all’amministrazione spetta il ruolo di governo (definire obiettivi, indirizzi, progetti), il controllo (in corso d’opera) e le verifiche finali, mentre al privato/ sociale, all’associazionismo che contribuisce a definire le politiche e si rende disponibile a condividere obiettivi e a realizzare i progetti, va riconosciuto una responsabilità di gestione partecipata. Il radicamento sul territorio delle strutture del non profit, le connota come risorsa non solo politico-culturale, ma anche economica . Bisogna coinvolgere nelle politiche sociali soggetti capaci di realizzare gli obiettivi concordati, stabilendo principi e obiettivi e verificandone i risultati. Solo in questo quadro si supera ogni rischio di “finanziamento a pioggia”, retaggio di un vecchio modo di organizzare il consenso, per sostituirlo con criteri d’efficienza ed efficacia. L’amministrazione deve riservarsi la tutela delle finalità politico-culturali dell’intervento. Questa opera d’indirizzo e di governo deve garantire anche il più ampio panorama di opportunità, attraverso la diffusione di pratiche ed attività non altrimenti garantite”.
“Compito dell’amministrazione è quindi quello di definire gli strumenti per il controllo di qualità dei servizi al cittadino, anche se affidati in concessione a un soggetto terzo. Tutto questo non ci sembra sia stato colto nella Concessione di cui parliamo e nelle azioni giornaliere della Amministrazione Comunale e non si riesce a discutere del problema”, conclude Prosperi.