Pescara. La situazione dei conti del Comune di Pescara, che ha avviato la procedura di riequilibrio finanziario pluriennale, cioè il dissesto controllato, secondo l’amministrazione comunale inizia gradualmente a migliorare. Se, infatti, l’ente è “ancora in terapia intensiva, la cura sta dando dei primi, buoni risultati”. Risultati che, però, almeno per ora, non si tradurranno in una riduzione delle tasse: la pressione fiscale, infatti, resterà invariata.
Il punto della situazione è stato fatto, in conferenza stampa, dal sindaco Marco Alessandrini e dall’assessore al Bilancio, Adelchi Sulpizio; presenti anche il dirigente del Settore Amministrativo, Guido Dezio, e il dirigente della Ragioneria, Andrea Ruggieri. Nel corso dell’incontro sono stati illustrati nel dettaglio numeri e cifre, spiegando il lavoro svolto dall’insediamento dell’amministrazione di centrosinistra, il 30 giugno del 2014, ad oggi.
Tra le azioni di risanamento, ad esempio, è stata ricordata quella di spending review prevista nel piano di riequilibrio, che nel triennio 2015-2017, a regime, consentirà un risparmio strutturale di 11 milioni di euro. Altro fattore che ha permesso di aumentare la liquidità dell’ente è stato determinato dalla manovra tributaria attuata in occasione dell’approvazione del bilancio di previsione 2015, che ha comportato un aumento della percentuale di addizionale comunale Irpef, e dell’aliquota Imu. E’ stato inoltre ricordato il taglio dei trasferimenti statali, con i numeri divenuti “impietosi”: nel quinquennio 2010-2015 si è passati dai 30 milioni a 3,8 milioni, l’ 87 per cento in meno.
Parlando di “effetti positivi fin qui già visibili”, il sindaco ha ricordato che “appena insediati abbiamo dovuto fronteggiare questa grande emergenza. Abbiamo licenziato un piano di riequilibrio finanziario pluriennale – ha aggiunto – dunque bisognerà attendere dieci anni per la solidificazione complessiva, però già in questo lasso di tempo ci sono segnali positivi. Al nostro insediamento, sul tavolo del ragioniere capo del Comune c’erano mandati di pagamento per 32 milioni, 32 milioni di fatture da pagare. Oggi sono 13, questo significa non solo onorare i propri debiti, ma anche dare respiro al sistema produttivo e alle famiglie che a questo sistema guardano”.
“Poi – ha aggiunto – c’è l’efficientamento della spesa, 11,7 milioni tagliati in un triennio agendo in tutti i campi in cui era possibile, dalla pubblica illuminazione alle forniture di beni e servizi alla razionalizzazione del servizio di mensa scolastica. Questo dimostra che bisogna proseguire su questa linea, bisogna dirlo ai cittadini, bisogna rassicurare loro che vale la pena attivare questa via, continuare su questa strada senza tentennamenti, perché è la base indispensabile per poter fronteggiare i bisogni sempre crescenti di una città con risorse pubbliche che sono sempre più scarse”.
Poche le novità sul fronte tasse. Se per Alessandrini “al momento non cambierà nulla perché in base alla legge la pressione finanziaria non potrà essere abbassata”, per Sulpizio “per ora resta tutto invariato, non possiamo abbassarle in questo momento. In previsione, se si confermano i dati positivi – ha sottolineato – potrebbe esserci un’inversione di tendenza”. Il sindaco ha poi parlato di “crisi e opportunità” come “i due riflessi della stessa medaglia: l’efficientamento della spesa pubblica produce effetti positivi sulle tasche dei cittadini e in questa direzione bisogna lavorare”.
“Siamo passati da una disponibilità di cassa di un milione a 29 milioni – ha detto Sulpizio – E questo significa che i dati sono positivi perché abbiamo invertito un trend. I numeri sono sotto controllo: non siamo usciti dall’emergenza, ma entro il 28 settembre stiamo portando alla rimodulazione il piano di riequilibrio, contenitore di tutte le operazioni fin qui fatte, che dovrà passare per il Consiglio, per avere un parere della Corte dei Conti e la vidimazione ministeriale. L’orientamento è quello di sanare i conti per poter abbassare le aliquote, perché ci siano gli elementi per poter uscire dallo stallo in cui eravamo. Per arrivare a tale obiettivo abbiamo messo in campo tutto quello che potevamo, fra cui una poderosa manovra di spending review, che ad oggi conta ben 11 milioni di tagli”.