Casoli. I consiglieri regionali dell’Idv Lucrezio Paolini e Paolo Palomba nell’ambito del piano di rientro del deficit sanitario della Regione Abruzzo mostrano preoccupazione sull’annunciata chiusura dell’ospedale “Consalvi” di Casoli.
“E’ inaudito pensare che un comprensorio come quello di Casoli debba privarsi di una struttura sanitaria che ha soddisfatto per tanti anni numerosi cittadini. E’ una realtà, quella del Sangro- Aventino, che si è evoluta nel proprio tessuto sociale ed economico anche in relazione al presidio ospedaliero che ha sviluppato un indotto che si è radicato e stabilizzato negli anni e che ora teme una involuzione. Si parla di piani di rientro, ridimensionamenti, accorpamenti, soppressioni, chiusura, laddove c’è stata una totale carenza di prevenzione e pianificazione in termini di servizi, qualità, costi, investimenti, aggiornamenti, etc. ed ora che c’è una patologia in atto si pretende di intervenire con una terapia d’urto al di là di ogni logica ed in modo irrazionale. Efficienza dei servizi ed ottimizzazione dei costi non vanno di pari passo con la chiusura indiscriminata dei cosiddetti ospedali minori”.
E’ quanto ribadiscono i consiglieri regionali dell’Idv, preoccupati del rischio di un declino sociale, economico e demografico di questo comprensorio, che aggiungono: “Una Istituzione responsabile e rispettosa del cittadino deve farsi carico di queste problematiche ottimizzando le risorse non in una mera logica di risparmio dei costi ma in una pianificazione attenta e rispettosa delle reali esigenze del territorio. Una razionalizzazione dei servizi sanitari passa attraverso una fattiva collaborazione con le realtà locali: enti, conferenze dei sindaci e comitati preposti dai cittadini. In tal modo si potrà procedere ad una riorganizzazione mirata della rete ospedaliera, riorganizzazione capace di stimolare un nuovo atteggiamento culturale da parte dei soggetti apicali e dei fruitori del servizio sanitario che in tal modo si sentono tutelati nei loro bisogni”.
Tutto ciò è anche condiviso da tutto il circolo territoriale dell’ Italia dei Valori “Valle Aventino” che nella persona di Massimo Di Florio Di Renzo dichiara: “penso alla grande utilità che aveva per molti malati e non, è una perdita gravissima per noi cittadini che viviamo nelle zone montane già fortemente disagiate. Il nostro amato ospedale doveva invece essere rafforzato in maniera importante! Immagino ora un povero vecchietto rimasto solo che deve fare 60 km per una consulenza medica a Lanciano. Per questo ribadiamo il nostro no alla chiusura dell’ospedale”.