Chieti. “Ora basta! Giù le mani da Chieti! Giustizia Sociale è favorevole al salvataggio dei punti nascita dei piccoli ospedali e alla riconversione-valorizzazione delle strutture sanitarie locali, ma non a discapito della città di Chieti che già in passato ha pagato dazio”.
Così in una nota il coordinatore delle politiche sociali di Giustizia Sociale Ario Cipolla, che aggiunge: “Siamo fortemente preoccupati della dichiarazione di Giulio Borrelli, coordinatore di Abruzzo Civico – partito di maggioranza in consiglio regionale -, che avrebbe trovato, come proposta da presentare all’assessore Paolucci, la copertura finanziaria per salvare i piccoli ospedali nell’accorpamento delle Cardiochirurgie di Teramo e Chieti. Una proposta inaccettabile per Chieti e il suo territorio che, a differenza di quanto sostiene Borrelli, ha tanti punti d’eccellenza nelle cliniche universitarie e nelle unità complesse di medicina. Dopo la cancellazione del punto nascite di Ortona, i “probi viri”, dunque, ci riprovano e a colpi di scure tentano di fare a pezzi altri servizi sanitari, vittima sacrificale di turno il Policlinico di Chieti. Giustizia Sociale, sempre attenta al rispetto dei diritti garantiti dalla nostra Costituzione come quello alla salute, si ribella e pone in evidenza che il SS Annunziata non è solo vitale per la sanità della provincia teatina ma rappresenta un’eccellenza per tutto l’Abruzzo e non solo… Nell’ultima votazione del consiglio regionale il Governatore D’Alfonso china la testa di fronte alle accuse pesanti e non condivisibili di Borrelli, coordinatore regionale di Abruzzo Civico, il quale sostiene che esistono “due cardiochirurgie a Chieti e Teramo entrambe claudicanti e modeste “. Riteniamo che certe affermazioni siano inquietanti, forse Borrelli dimentica che anche un’altra struttura teatina rappresentava un sicuro e prestigioso riferimento alla cardiologia nazionale, il San Camillo, presidio in cui sono state curate centinaia di persone provenienti anche da altre regioni; purtroppo alcune logiche locali vorrebbero sempre più depauperare la città di Chieti a vantaggio dei soliti noti, appare insensato stravolgere o, peggio, sopprimere quanto già in piedi e tutt’altro che malfermo, promuovendo nuove realtà sanitarie che richiederebbero notevoli costi d’avviamento. Tagliare sulla sanità è al limite del costituzionale, proporre di risparmiare semplicemente spostando è incoerente. Al di là di campanilismi controproducenti, ci chiediamo come mai il pozzo a cui attingere acqua fresca in termini monetari debba essere sempre quello teatino, in un crescente cannibalismo che toglie ad alcuni per arricchire altri. “Quante strutture legate al policlinico universitario rispettano i parametri?” tuona Borrelli, ci sentiamo di replicare che un bravo amministratore protegge e fa funzionare quanto già esiste senza stressare i bilanci, rincorrendo chimere politiche simili a slogan demagogici che però nulla apportano in termini pratici. Le fusioni non sempre rappresentano la soluzione agli sperperi, perché gli investimenti iniziali sono fatti della stessa materia che si vorrebbe risparmiare, il denaro pubblico, forse però curare non è più un diritto-dovere contemplato nella carta costituzionale, è ormai un business disumano, in cui cifre e stipendi faraonici prendono il posto della gente comune”.
“In altri Paesi – conclude Cipolla – la sanità è supportata da meccanismi assicurativi ma un simile sistema porta ad una sconfitta sociale, chi è ricco sopravvive, chi è povero soccombe. Ancor più rischioso appare togliere punti di riferimento alla popolazione abruzzese per sperimentare, puntare su proposte che promettono di far volare ma che sono sprovviste di ali. Giustizia Sociale è in prima linea nelle battaglie che riducono gli sprechi migliorando la qualità dei servizi, ma rispedisce al mittente la proposta di delocalizzare il polo cardochirurgico teatino del SS Annunziata, certi pericolosi taglia e cuci consegnano come unica certezza nuovi disagi senza garantire risultati soddisfacenti”.