Vasto. “Mancano tre mesi all’inizio della stagione estiva e per una città come Vasto il turismo balneare è fondamentale. La costa vastese vanta una delle più belle spiagge d’Italia e una riserva naturale, quella di Punta Penna, tristemente nota anche per lo spiaggiamento dei capodogli”.
Così in una nota Pietro Smargiassi, portavoce M5S Regione Abruzzo, che aggiunge: “Ad agosto 2014 ho presentato all’Assessore Mario Mazzocca una interpellanza, poi discussa a settembre, sullo stato di salute delle acque balneari del litorale vastese, anche a seguito dell’intossicazione di un bambino a causa della presenza di batteri fecali quali Escherichia Coli, Streptococchi fecali ed enterococchi, come è risultato dall’esecuzione delle analisi nella zona di San Tommaso in cui è accaduto l’episodio. L’Assessore si è dimostrato disponibile durante la risposta all’interpellanza e si è impegnato nel trovare una soluzione al problema delle rilevazioni dei campioni. Questo si rende necessario perché, per legge, solo determinate zone vengono sottoposte a controllo (nel litorale vastese sono 12 i punti), ad esempio i canali di sbocco a valle di depuratori, ma esistono canali naturali nei quali viene sversata qualsiasi sostanza senza possibilità, al momento, di sapere la dannosità delle stesse e la pericolosità per ambiente e cittadinanza. A tre mesi dall’inizio della stagione balneare, chiediamo all’Assessore di sapere a che punto siano i controlli dell’Arta, se ci siano fondi disponibili per effettuarli e se provvederà, come suggerito durante l’interpellanza, ad autorizzare i controlli in ogni punto di sbocco di canali, non solo artificiali, ma anche naturali”.
“In quanto delegato al servizio idrico integrato – conclude Smargiassi – l’Assessore ha affermato di aver provveduto all’approvazione di un investimento di circa cinque milioni di euro su impianti depurativi dell’intera Regione, quindi anche quelli afferenti ai bacini del litorale vastese. Questi fondi sono solo stati approvati o anche stanziati ed utilizzati? Attendo una risposta e gradirei che, almeno per una volta, non si trattasse della solita promessa a 60 giorni (vedi Palazzo d’Avalos) o 120 giorni (vedi casa fantasma della salute a Celenza)”.