Montorio, Di Giambattista contro il PD: “Io cancellato dal partito, ma in realtà qualcuno doveva dimettersi”

“Ho ricevuto in questi giorni il provvedimento con cui la Commissione regionale di Garanzia del Partito Democratico ha decretato la cancellazione dall’anagrafe degli iscritti e dall’albo elettori a carico del sottoscritto, in quanto candidato sindaco della lista “Impegno Comune” e di altri tre candidati della mia lista: Eva Cargini, Gabriele Cargini, Pasqualino Di Pietro”. A dirlo Alessandro Di Giambattista, candidato sindaco a Montorio al Vomano, arrivato alle spalle del nuovo primo cittadino, Fabio Altitonante.

P”iuttosto che fare una sana e seria autocritica degli errori commessi alle elezioni amministrative montoriesi, che hanno portato ad arrivare terza su tre la lista “Montorio Guarda Avanti” sostenuta dal PD, i notabili continuano diabolicamente a perseverare con metodi impositivi e arroganti, cacciando dalle fila del partito una lista che ha raccolto 1.507 voti, pari al 31,06% dell’elettorato montoriese. Questa è la palese dimostrazione del livello di capacità di analisi critica e di lungimiranza politica della segretaria regionale e provinciale del Partito Democratico, che sceglie lo sfoggio muscolare piuttosto che prendere coscienza della sua totale débâcle sul campo, a fronte di un risultato che ha chiaramente dimostrato la validità della proposta politica presentata dal sottoscritto, che avrebbe potuto facilmente portare alla netta affermazione del centrosinistra montoriese con una lista unitaria”.

Di Giambattista prosegue sottolineando che “dare ascolto alla base del circolo locale del partito, dopo averla consultata, è uno sforzo democratico eccessivo, che non rientra nello stile e nel Dna politico dell’attuale dirigenza regionale e provinciale. Prendo atto che all’indomani dei marchiani errori commessi a Montorio come in altre realtà della provincia teramana, nessun mea culpa è venuto dall’attuale dirigenza regionale e provinciale, che ha confusamente parlato di “responsabilità terze” pur di non assumersi le proprie e di mettere nero su bianco l’unico provvedimento che sarebbe stato doveroso e necessario: le proprie dimissioni. Tanto più che il segretario provinciale Piergiorgio Possenti solo nel 2018, a proposito della candidatura di Marco Citerei, si scagliava in una nota stampa contro i metodi impositivi e fuori contesto: ‘il metodo degli annunci dell’espulsione, delle tattiche e dell’apposizione di bandierine in mappe virtuali – cito testualmente la nota a sua firma – è ormai da tempo fallito e deve essere sostituito dal metodo del dialogo, dell’aggregazione, del recupero di figure autorevoli e appassionate…’. Qualcuno si è accorto del nuovo corso? Hanno fatto fuggire tutte le figure autorevoli e appassionate, non da ultimo il segretario del Circolo PD locale, disgustate da questo modo di intendere la politica come accozzaglia di interessi in mera funzione elettorale. Quelli che non si sono ancora allontanati, hanno pensato bene di cacciarli loro. Voglio concludere con le parole di Possenti, quello del 2018, questo è ‘un modo di fare perdente agli occhi di tutti’. Niente da aggiungere. Ipse dixit”.

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