Elezioni nel teramano, “Le donne non rinuncino agli incarichi in giunta”

Domenica prossima sarà tempo delle elezioni amministrative e di esprimersi sui cinque referendum popolari abrogativi. Sono quattro i comuni al voto in provincia di Teramo: Crognaleto, Tortoreto, Valle Castellana e Martinsicuro.

La Consigliera di Parità della Provincia di Teramo Monica Brandiferri ha analizzato la composizione delle liste presentate soffermandosi sul rispetto dei principi e dei criteri di parità di genere.

“Su un totale di 190 candidati – afferma Monica Brandiferri – 110 sono di sesso maschile, mentre 80 sono donne, tra cui tre candidate alla carica di sindaco (una a Tortoreto e due a Martinsicuro). Dei quattro comuni al voto solo a Martinsicuro e Tortoreto si applica la normativa secondo cui ‘nelle liste dei candidati nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore a due terzi’. Tutte le liste presentate nei suddetti comuni hanno inserito un numero di candidate che rispetta le quote stabilite dalla legge (in totale, compresi gli aspiranti sindaci, le donne inserite a Martinsicuro sono 49 su 106 candidati totali, a Tortoreto 22 su 51 totali). Nei comuni di Crognaleto e Valle Castellana era sufficiente garantire nelle liste la rappresentanza di entrambi i sessi, condizione rispettata in quanto il primo (in cui c’è una sola lista in lizza) presenta 3 donne su 10 candidati, il secondo 6 donne su 20 candidati. Inoltre è importante evidenziare che agli elettori di Martinsicuro e Tortoreto è consentito di esprimere la doppia preferenza di genere, a condizione che la scelta ricada su persona di sesso differente rispetto a quello del destinatario della prima preferenza”.

“Ai fini dell’affermazione del principio di equa rappresentanza di genere – conclude Monica Brandiferri – ritengo, altresì, necessario invertire una tendenza che sta prendendo sempre più piede. E’ inconcepibile, infatti, che, una volta eletta, una donna rinunci a ricoprire incarichi in Giunta allo scopo reale di lasciare spazio agli uomini, ma assumendo come pretesto l’indisponibilità per impegni familiari o lavorativi. Ho constatato personalmente la diffusione di questo sistema che determina proprio il mancato rispetto della volontà popolare e che sostanzialmente rende inutile esprimere la preferenza a favore di una donna che si rifiuta di ricoprire certe cariche: credo che sia arrivato il momento di dire basta a simili mortificazioni per noi donne e per tutti gli elettori”. 

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