Anci no, Befana si: perché la cittadina ducale non è iscritta all’Associazione dei Comuni?

Atri. Un corso di formazione, promosso dall’Anci, per giovani amministratori locali sul tema della “Cultura come leva strategica di sviluppo dei territori“. Quale migliore occasione, soprattutto per le giovani leve della politica attiva, per migliorare le proprie conoscenze da trasmettere poi sul territorio?

Non per tutti, tuttavia, la partecipazione è possibile. Come evidenziato nell’avviso di selezione del progetto, infatti, il candidato deve appartenere a Comuni o Unione di Comuni iscritti all’ANCI, in regola con il pagamento delle quote associative. E qui sorge il problema, denunciato in una nota dal consigliere comunale del Pd atriano, Chiara Di Nardo Di Maio, alla quale gli organizzatori hanno subito risposto: “il Comune di Atri risulta, da comunicazione dell’ANCI, non socio e quindi Lei è stata ammessa con riserva in attesa che il Comune stesso faccia l’iscrizione“.

“Ho chiesto subito chiarimenti al sindaco Gabriele Astolfi, ai componenti della Giunta e al rappresentante Anci Abruzzo” continua “venendo a sapere che il Comune di Atri è affiliato alla RECS (Rete delle città strategiche), ha pagato soltanto un abbonamento per i servizi ANCITEL, ma tra i comuni di medie dimensioni abruzzesi è l’unico a non essere iscritto all’ANCI e, quindi, a non beneficiare degli innumerevoli progetti, attività, iniziative e opportunità riservati agli enti aderenti e, in definitiva, a non beneficiare di quella fondamentale funzione di rappresentatività delle municipalità di fronte a Parlamento, Governo, Regioni e ogni altra Istituzione che eserciti funzioni pubbliche di interesse locale.

I contorni della questione, a quel punto, da personali che erano, hanno preso tutta un’altra forma. In particolar modo, dietro questo episodio, che mi vede mio malgrado protagonista, si svela ancora una volta un modo di amministrare e pensare alla politica in maniera improduttiva, confusa, personalistica e troppo spesso semplicista, pressappochista. Infatti, a fronte della importanza della adesione alla Associazione e della rilevanza dei vantaggi conseguenti, la quota associativa ANCI per il Comune di Atri sarebbe di appena 2.106,04 euro, ovvero meno della metà di quanto speso complessivamente dall’amministrazione Astolfi in occasione delle discesa dalla torre civica dell’assessore allo sport, all’agricoltura e alla cultura, travestito da befana, dello scorso 6 gennaio, quando, solo per le calze con le caramelle da lanciare al popolo, sono stati spesi 3.189 euro.

Se il 90% dei cittadini italiani risiedono in città associate ANCI, evidentemente gli atriani appartengono al restante 10% che, come me, sono ormai messi ‘in riserva’, vivendo in una città dove gli amministratori sono attentissimi a centellinare le risorse da investire sui servizi in favore dei cittadini, ma poi sperperano senza razionalità e metodo”.

 

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