Teramo, strappo dell’Udc in Consiglio: Procacci sfiducia Di Sabatino

alfonso_disabatinomartinaTeramo. Dodo Di Sabatino non è più espressione di questo gruppo consiliare. Senza giri di parole, con una nota ufficiale i consiglieri dell’Udc di Teramo Mimmo Sbraccia e Guido Procacci fanno sapere che si concludono i rapporti tra il gruppo e l’assessore di riferimento al Comune di Teramo, iniziato circa tre anni fa e “probabilmente mai perfettamente amalgamato, sicuramente degenerato negli ultimi mesi”.

“Premettiamo e vogliamo sottolineare che non si tratta di una questione personale – precisano i due membri dell’Udc teramano – seppur intercorre un abisso tra i differenti modi di agire soprattutto nelle relazioni umane nelle quali riteniamo che il rispetto e la dignità delle persone debbano essere alla base di qualunque rapporto, non escluso quello politico e amministrativo”.

Lo strappo si è consumato questa mattina, in Consiglio comunale. Dopo che Procacci ha letto all’assemblea l’intervento, ha abbandonato l’aula assieme a Sbraccia e la seduta dell’assise civica è proseguita solo grazie alla presenza in aula di Milton Di Sabatino (Udc), che ha garantito il numero legale. Di sicuro, quello che è accaduto questa mattina rappresenta la cartina tornasole di una situazione tesa in seno all’Udc, che però al momento non sembra avere ripercussioni sulla stabilità dell’amministrazione Brucchi.

Una motivazione, dunque, esclusivamente politica e amministrativa, che, ad ogni modo, il partito non ha affatto condiviso, tanto da spingere il segretario Peppino Cipolloni a incontrare i due perchè tornino indietro nelle loro posizioni, pena l’esclusione di entrambi dal partito.

“Ricordiamo – precisa no Sbraccia e Procacci – che rappresentanti di partito, invano e in modo quasi ostinato, hanno lavorato affinché si preservasse e conservasse una unitarietà necessaria in particolare per la discussione e la condivisione di importanti provvedimenti amministrativi dove sarebbe stato necessario un serrato confronto all’interno degli stessi organi di partito. L’assessore, dall’alto del suo eccessivo individualismo politico, nel proprio ruolo in giunta è stato sempre distante dal Gruppo Consiliare assumendo e in alcuni casi esternando anche pubblicamente, posizioni contrastanti in importanti provvedimenti (vedi IMU, Passi Carrabili, Addizionale Irpef, ecc.) sottraendosi altresì ad un confronto con il Gruppo Consiliare stesso. Consapevole dell’impegno assunto con i cittadini è nostra intenzione proseguire il mandato all’interno del partito e portare a compimento l’attuazione del programma condiviso, ma riteniamo necessaria una immediata risoluzione del caso per il bene dell’Amministrazione, nell’attesa, nostro malgrado, abbandoniamo l’aula”.

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