Silvi. “In un momento particolare, di grande fermento e voglia di cambiamento, mi sono candidato in una lista Civica che appoggiava una compagine elettorale lontana dalle mie ideologie politiche, ma che aveva ottimi propositi per il bene del Paese. All’inizio si è fatto tanto e anche bene, ma col passare del tempo le lamentele della cittadinanza e dei miei sostenitori sono diventate sempre più insistenti. Ci si accorgeva che quel bel progetto iniziale non si concretizzava e appariva sempre più lontano”.
Lo ha dichiarato Pasquale Arlini, consigliere di maggioranza eletto nella lista ‘La tua Silvi Democratica” a sostegno di Francesco Comignani, che ha firmato con la Sinistra e il centro-destra le dimissioni in blocco e la conseguente caduta dell’amministrazione di centrosinistra.
Arlini spiega che “la mia delega al commercio (si badi bene una semplice delega, non un assessorato!) mi ha dato modo di ascoltare le opinioni e le proposte della maggior parte dei commercianti di Silvi, nonché dei rappresentanti delle relative associazioni. Tutti questi, seppur in un primo periodo mi sostenevano e credevano nel progetto di cambiamento promesso, hanno ben presto cominciato ad avanzare le loro lagnanze, incolpando il sottoscritto di non soddisfare le loro richieste. Alcuni di essi, mi hanno addirittura consigliato di dare le dimissioni, se non volevo continuare ad essere complice di un’amministrazione inerte. Visto il mio splendido risultato elettorale, mi sarei aspettato un riconoscimento maggiore, l’assegnazione di un ruolo che mi permettesse di contribuire concretamente al benessere ed alla crescita del Paese. Così non è stato! Pur essendo sempre presente e lavorando con serietà ed impegno, senza alcuna remunerazione, sacrificando tempo al mio lavoro e alla mia famiglia, col passare degli anni mi sono accorto che le mie idee e i miei progetti non erano affatto considerati, non avevo alcuna voce in capitolo nell’ambito decisionale e progettuale”.
Dopo 3 anni quindi pazienza finita per l’ormai ex consigliere comunale: “sono stato tranquillo senza intralciare chi effettivamente comandava, e non ho mai creato problemi e polemiche alcune, dandomi sempre da fare nella mia delega e appoggiando sempre la maggioranza nei consigli. Purtroppo ultimamente le lamentele della cittadinanza erano sempre più insistenti, e spesso incolpavano anche me. Tale malcontento mi ha spinto a prendere questa drastica decisione, per evitare di essere additato ingiustamente della situazione attuale. Ognuno di noi ha un carattere diverso e il fare polemiche nel consiglio comunale, o in gruppi di maggioranza, non è nel mio stile e nel mio carattere. Io sono un tipo che non abbaia”.
Arlini quindi definisce la propria scelta “affatto affrettata, ma frutto di un’attenta analisi durata diversi mesi e conclusa con la certezza che, a causa del mio inesistente potere decisionale, non avrei potuto in alcun modo migliorare le cose”.