Teramo, il Pd attacca Brucchi sui nidi: “Parla di sicurezza ma non fa nulla per ottenerla”

Che sia sempre più difficile per un’amministrazione trovare fondi per realizzare lavori o fornire migliori servizi è un dato di fatto. Ma quando ci potrebbero essere delle opportunità, regionali, statali ed europee, e il Comune non partecipa ai bandi, la responsabilità è da attribuire solo agli amministratori.

I gruppi consiliari del Pd e di Teramo Cambia hanno spiegato questa mattina quanto è successo, dopo le interrogazioni in Consiglio di giovedì scorso, sulla questione nidi, volendo dare prova alle loro affermazioni con carte alla mano. Ieri, infatti, è scaduto il bando regionale con il quale venivano concessi fondi per ampliare il personale da inserire nei nidi comunali, in modo da garantire l’abbattimento delle liste di attesa, ma il Comune di Teramo non vi ha preso parte, come invece aveva fatto negli anni precedenti. In questo modo, come denuncia il Pd, resteranno insoddisfatte oltre 130 domande, con comprensibili disagi alle famiglie che non potranno usufruire del servizio per i loro bambini.

Ma è stata la giustificazione del sindaco Maurizio Brucchi in Consiglio che proprio non è scesa giù all’opposizione. Il primo cittadino, infatti, si è appellato all’impossibilità di aderire al bando per la mancanza del requisito di conformità delle strutture all’adeguamento sismico. Ma il regolamento regionale, datato 2012, aveva concesso ai Comuni ben 3 anni di tempo per mettersi in regola. Cosa che, invece, Teramo, a parte per i lavori del nido di via Diaz, non ha fatto. Inoltre, secondo il Pd, il Comune avrebbe anche snobbato un altro bando regionale del 2015 di 3 milioni e mezzo di euro proprio per la messa in sicurezza degli edifici scolastici a causa della mancata programmazione necessaria, presentando solo dei progetti preliminari (e dunque insufficienti per partecipare al bando) in 2 scuole.

Vero è che Brucchi abbia provato a chiedere al presidente della Regione Luciano D’Alfonso la modifica del bando e una possibile riapertura, ottenendo l’assicurazione di un personale interessamento del Governatore. Ma è vero anche che si sia ricordato di fare questa telefonata solo il giorno prima della scadenza del bando, con una tempistica decisamente inopportuna.

Il Pd e Teramo cambia, dunque, temono che la scarsa attenzione alla realtà dei nidi comunali possa essere il preludio ad una “privatizzazione al buio”, auspicata da questa amministrazione, alla quale più volte si sono opposti, chiedendo invece di convocare un tavolo di lavoro, aperto anche alle educatrici e alle direttrici dei nidi, per cercare insieme una soluzione che possa garantire un sistema integrato prima dell’entrata in vigore della Legge 107.

Inoltre ben venga la richiesta a D’Alfonso sulla riapertura del bando, un nuovo avviso o anche l’utilizzo dei fondi che avanzeranno, solo però a condizione di una seria progettazione di adeguamento sismico di tutti i nidi comunali. E, visto che l’anno scolastico è già iniziato, ci si chiede, se sia stato fatto tutto il possibile da parte degli uffici comunali per verificare se sia possibile derogare le leggi statali per le assunzioni di personale necessario (in questo caso le educatrici) per assicurare i servizi dei nidi.

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