Roseto, inizia la maratona del Prg

roseto_cons_comunaleRoseto. Dopo 18 anni, sbarca in consiglio il nuovo Piano regolatore di Roseto. Ed è subito polemica con le opposizioni sulle barricate per tentare di bloccarne l’adozione. A pochi giorni dalla fine naturale della consiliatura che avverrà il 31 marzo, dai banchi della minoranza si prevede un fuoco di fila con centinaia di emendamenti.

La prima tappa di quella che si preannuncia una lunga maratona è passata tra le polemiche per la legittimità della convocazione. Al centro delle polemiche delle opposizioni di destra e di sinistra soprattutto il segretario comunale e il presidente del consiglio Domenico Rega, colpevoli secondo i consiglieri di non aver comunicato la procedura d’urgenza per la convocazione del consiglio e di non avere rispettato i tempi tecnici per la convocazione. Proprio al riguardo ieri i consiglieri di opposizione si erano recati dal prefetto di Teramo e dal difensore civico della Regione. “Non c’è urgenza ma impellenza in vista della campagna elettorale”, ha dichiarato Dante Di Marco del Pdl. L’assessore all’Urbanistica Enzo Frattari aveva giustificato la procedura d’urgenza per i possibili “gravi danni al paesaggio naturale e all’assetto urbanistico della cittadina” qualora il Prg non fosse stato adottato al più presto.  
Nel suo parere, il difensore civico aveva criticato le modalità di convocazione della seduta, chiedendone di fatto l’annullamento. Critiche rigettate con durezza dal sindaco. “Le istituzioni che si piegano ad una parte politica ne risponderanno alla cittadinanza – ha dichiarato Franco Di Bonaventura – dobbiamo difenderci da questi atti nei quali non ci viene neanche chiesto che cosa replicare”.

Dopo cinque ore di furenti polemiche, e con la minaccia da parte delle opposizioni di portare in procura gli atti della seduta, il voto a maggioranza del consiglio ha rigettato la possibilità di annullamento della seduta. Contrario il Pd, mentre per polemica non hanno partecipato al voto Sel, Verdi, Liberalsocialisti e Pdl. Dunque si procede ad oltranza, secondo un ruolino di guerra che potrebbe vedere sedute fiume anche tutti i giorni sino al 31 marzo, data entro cui è parso di capire il Pd intende completare l’iter di adozione. Ma l’ostruzionismo si preannuncia serrato. 670 sarebbero gli emendamenti che il solo Alberto Caporaletti, liberlasocialista, avrebbe nel cassetto.

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