Campli, il Pd che vogliamo: il gruppo escluso crea una nuova entità

Campli. Il congresso Pd è alle spalle. Le divisioni restano (nel contesto poi della vicenda delle cosiddette tessere negate) e chi al congresso non ha avuto ospitalità dà vita ad una nuova espressione politica. Si chiaama ” Il Pd che vogliamo” ed è ovviamente aperta a tutti.

 
I promotori dell’iniziativa (Roberto Ricci, Vincenzo Cordoni, Gabriele Piotti, Andrea Cantoresi, Alberto Di Carlo, Antonio Chiodi, Achille Cappuccelli, Fabrizio Di Sabatino, Giuseppe Giusti, Bice Cialini, Sara Pallini) hanno diffuso una nota nella quale spiegano le ragioni di questo nuovo percorso.

 

 
“La recente elezione del Segretario e del direttivo del PD di Campli dimostra una volontà di chiusura e la mancanza di dialogo con le altre componenti del partito”, scrivono.

 

Le tessere negate a suo tempo a diversi iscritti, l’assemblea “semi-clandestina” che si è tenuta domenica 22 maggio fatta soltanto per pochi amici e parenti, la mancata riflessione a due anni dalle elezioni sulla pesante sconfitta elettorale della lista civica Giovannini sostenuta dagli allora “ginobliani – bersaniani” e il successo, invece, della lista civica del Sindaco Quaresimale sostenuta dalla nostra area sanciscono una rottura definitiva.

 

 
Il PD è un partito di tutti, non una proprietà di un gruppo, addirittura cacciando fuori chi la pensa diversamente.
Noi siamo e rimarremo nel PD, abbiamo sostenuto con coraggio e coerenza la politica di rinnovamento di Matteo Renzi, non “bersaniani “ e adesso “renziani” come il circolo “ufficiale” di Campli, a seconda di come tira il vento e soprattutto delle convenienze personali.
La scelta di rompere dentro il PD per paura del confronto interno dimostra soltanto l’arroganza d’un vecchio modo di fare politica che si pensava morto e sepolto.
Il PD non è nato per questo, ma per far avanzare una concreta proposta politica di partecipazione e di rinnovamento a Campli, in Abruzzo, in Italia.
Ridicolo poi è “il cappello” che si vuole mettere costituendo il comitato per il “Si” al referendum, per dimostrare ancora di esistere politicamente a Campli dopo la sconfitta di due anni fa.

 
Occorre altro per dimostrare di stare dalle parte dei problemi e dei cittadini. Intanto riunendo il partito, non spaccandolo all’infinito ! Noi andremo ancora avanti con le nostre idee e il nostro programma nell’ interesse del territorio e del PD. Con i fatti”.

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