Tossicia, imprenditore vittima di usura: giudice rimette in libertà due rom

Tornano in libertà due dei cinque arrestati in merito all’operazione “Ghost workers”, che aveva portato all’arresto di cinque persone per una presunta storia di usura ai danni di un imprenditore di Tossicia.

Il Tribunale del Riesame de L’Aquila (presidente Alessandra Ilari, relatore Mario Cervellino, giudice Christian Corbi), all’udienza di oggi 14 febbraio, in accoglimento del ricorso proposto dall’avvocato difensore Vincenzo Di Nanna, ha infatti annullato per “difetto dei gravi indizi di colpevolezza” l’ordinanza di custodia cautelare in carcere e di arresti domiciliari, applicate, rispettivamente, a Daniel e Cristina Di Rocco, firmata dal gip di Teramo Roberto Veneziano, ordinandone di conseguenza l’immediata scarcerazione.

Nel ricorso al riesame l’avvocato Di Nanna fa sapere di aver “sostenuto l’assoluta insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, illogicità e contraddittorietà della motivazione dell’ordinanza di custodia cautelare e contestato le accuse formulate dal sostituto procuratore Enrica Medori”.

Sempre l’avvocato Di Nanna fa sapere che i due coniugi, cittadini italiani di origine rom,  “oggi stesso sono tornati in libertà, dopo meno di un mese di arresti”.

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