Teramo, “furbetti” del cartellino alla Asl: chieste condanne per 13 anni

Una lunga requisitoria, durata più di due ore, per chiedere la condanna dei cinque imputati coinvolti nel processo partito per l’inchiesta su presunte timbrature illegali alla Asl di Teramo.

Il sostituto procuratore Davide Rosati, titolare del fascicolo, ha chiesto ieri condanne per complessivi tredici anni a dirigenti e tecnici dell’azienda sanitaria locale. Le accuse sono a vario titolo quelle di truffa e peculato.

Il pm ha chiesto due anni e otto mesi per Maria Maddalena Marconi, dirigente del Servizio igiene degli alimenti e della nutrizione della Asl; quattro anni e sei mesi invece per Sergio D’Ostilio, tecnico del Sian; due anni e sei mesi per Guido De Carolis, tecnico del settore sulla sicurezza dei luoghi di lavoro; due anni e quattro mesi per Marcello Volpi, ex vicesindaco di Bisenti e anche lui tecnico del Sian. Infine il pm ha chiesto un anno e otto mesi per Valerio Benucci, dirigente del settore sulla sicurezza dei luoghi di lavoro.

Davanti al collegio presieduto da Franco Tetto, la Asl di Teramo, che si è costituita parte civile, si è associata alle richieste di condanna avanzate dal magistrato inquirente.

L’inchiesta fa riferimento ad un periodo che va dal 2010 al 2012: secondo le indagini, D’Ostilio, Volpe e De Carolis, avrebbero timbrato i rispettivi cartellini in sedi Asl distaccate a Montorio e Bisenti per guadagnare minuti di lavoro mentre invece dovevano ancora raggiungere gli uffici di Teramo. Un comportamento, sempre secondo le indagini, autorizzato dalla dirigente Marconi e dal dirigente Benucci, in contrasto con divieti della direzione generale della Asl.

Sentenza a marzo.

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