Teramo, docente escluso dalla mobilità: il giudice accoglie il ricorso

Con ordinanza pubblicata in questi giorni, Daniela Matalucci, Giudice del lavoro di Teramo, ha accolto il ricorso di un docente marsicano di scuola primaria che aveva subito l’esclusione dalla procedura di mobilità interprovinciale nonostante la dichiarazione di assistenza a un parente disabile grave.

 

Gli avvocati Salvatore Braghini e Renzo Lancia presentavano ricorso per tutelare il diritto del docente, che, proprio in virtù dell’assistenza, non doveva essere soggetto al vincolo quinquennale, istituto giuridico di recente istituzione volto a preclude la possibilità ai neo-immessi in ruolo di partecipare a tutte le fasi di mobilità.

Nel caso di specie, infatti, il ricorrente ha presentato domanda telematica per partecipare alla mobilità territoriale interprovinciale per l’anno scolastico 2021/2022, indicando come esigenza famigliare il comune di ricongiungimento per il trasferimento e la provincia di L’Aquila per la quale usufruire della precedenza prevista dalla legge n. 104 del 1992. Alla domanda allegava la documentazione  attestante le esigenze di famiglia ed il verbale di accertamento Commissione INPS di handicap con gravità.

Alla luce di tali premesse  – scrive il Giudice del lavoro – deve ritenersi che il docente si trova proprio nella condizione della deroga al vincolo quinquennale e va pertanto riconosciuto il diritto del ricorrente a partecipare alla procedura di mobilità territoriale e di assegnazione provvisoria per l’anno scolastico 2021/2022”.L’ordinanza prescrive, altresì, che il docente deve concorrere per una sede con priorità sulle immissioni in ruolo, quindi sul 100 per cento dei posti disponibili.

 

L’avvocato Braghini evidenzia che “si tratta del riconoscimento di un sacrosanto diritto di civiltà giuridica, che rende giustizia sia al lavoratore, il cui riavvicinamento al Comune di residenza crea le condizioni dell’assistenza, sia al soggetto disabile grave, che sarebbe deprivato del diritto alle cure parentali ed esposto a ricoveri forzati fuori del contesto domestico, con tutto ciò che ne consegue per il benessere psico-fisico di persone fragili, già segnate da gravi patologie”.

 

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