Questa mattina il presidente della Provincia di Teramo, Diego Di Bonaventura, si è recato in visita alla casa circondariale di Castrogno dove ha incontrato il direttore Stefano Luca Antonino Liberatore, il comandante commissario coordinatore della polizia provinciale, Livio Recchiuti; Giuseppe Pallini del Sappe, una delegazione di agenti e rappresentanti dei sindacati amministrativi.
La situazione della casa circondariale teramana è nota da tempo: ci sono forti criticità a causa del sovraffollamento – in questo periodo 417 fra detenuti e detenute mentre ne potrebbe ospitare 2 – che si riflette sulla complessiva funzionalità della struttura e riverbera problematiche di vario tipo in una comunità dove si concentrano persone con nazionalità, lingua, religione, patologie molto diverse.
Al sovraffollamento e all’aumento delle recidive, segno di un problema strutturale del sistema penitenziario italiano, fa da contraltare il progressivo decremento del personale di polizia, degli operatori (assistenti sociali, psicologi, medici etc etc), del personale amministrativo. Questo si traduce in turni di lavoro insostenibili e certamente alimenta situazioni di disagio che in un ambiente come quello del carcere diventano situazioni a forte rischio sia per i detenuti che per gli operatori.
“E’ una comunità che ci appartiene e noi enti locali non possiamo sentirci estranei a quello che accade anche se le carceri dipendono dal Ministero della Giustizia – ha dichiarato il presidente Diego Di Bonaventura al termine della visita – ognuno di noi può e deve fare qualcosa. Non c’è un servizio pubblico di trasporto, nemmeno una pensilina dove ripararsi dalla pioggia o dal sole. Le strade sono un mio problema, abbiamo sistemato un primo tratto mi sono impegnato a trovare fondi per migliorare la transitabilità in tutta la provinciale di collegamento. Esiste sul tavolo del Ministro Cartabia una proposta di riforme per porre un limite al numero di detenuti in ogni carcere e per promuovere le misure alternative alla detenzione. Misure che dovrebbero trovare una rapida applicazione anche per favorire la rieducazione oltre la pena. Sulla base dei dati e degli elementi che mi sono stati fornito questa mattina scriverò al Ministro per rappresentare il caso di Teramo”.