Teramo. Con l’ultima ordinanza del presidente della Regione Abruzzo, “sono state imposte limitazioni alle scuole ma non a bar, ristoranti e centri commerciali senza tener conto che il territorio è in zona gialla e a rischio minore, perciò la chiusura delle scuole è in evidente contrasto con le direttive nazionali”, osserva la Consulta provinciale degli studenti che contesta la scelta del governatore.
La Giunta Esecutiva della Consulta Provinciale degli Studenti della Provincia di Teramo, “preso atto che l’Ordinanza citata impone la didattica a distanza per tutte le scuole secondarie di secondo grado per 14 giorni, a partire dal 08/02/2021, rileva con forte rammarico che il disagio delle misure adottate ricade sul popolo studentesco, già gravato da mesi di didattica a distanza. Nonostante lo sforzo profuso da tutte le Istituzioni per la realizzazione di un efficiente ed adeguato piano trasporti. Da considerare, inoltre, che attualmente, ai sensi della vigente normativa, gli studenti svolgono la didattica in presenza con modalità ridotta. Nel rispetto di rigidi protocolli sanitari garantiti dalle Istituzioni Scolastiche, anche se da marzo 2020 la situazione è di totale incertezza, per gli studenti maturandi in particolare. La didattica a distanza”, secondo la Consulta, “dovrebbe essere una scelta ponderata, motivata ed assunta solo qualora non vi fossero altre possibilità perseguibili”.
Per questo la Giunta Esecutiva della Consulta esprime, tramite un documento approvato all’unanimità “il proprio rammarico per le decisioni adottate, poiché l’ordinanza interviene principalmente sulle scuole secondarie di secondo grado, dimostrando la posizione non prioritaria nella quale vengono messe le stesse. Pertanto auspica che le Istituzioni regionali valutino per il futuro provvedimenti meno drastici per la vita già difficile degli studenti, anche mediante il coinvolgimento dei rappresentanti della comunità scolastica regionale”.
Nota della Giunta esecutiva 01_2021