Teramo, “Condizione della città da vocazione al declino”

“La condizione del comune capoluogo durante il periodo estivo rappresenta plasticamente la vocazione al declino alla quale ha deciso di votarsi la maggioranza del sindaco D’Alberto”. A dirlo il consigliere comunale di opposizione, Ivan Verzilli.

“Da un lato, infatti, si è deciso che le manifestazioni debbano essere svolte fuori dal centro storico, diminuendo ancor più di quanto non fosse già in atto l’affluenza di persone e turisti, nonché facendo segnare un record negativo di presenze nei mesi di luglio e agosto, come reso noto da tutti i commercianti. Dall’altro lato, la chiusura di quasi tutti i centri potenzialmente attrattivi rende la città un posto fantasma, deprime la ristorazione e il commercio, fa scappare i residenti e invoglia a recarsi in altri luoghi maggiormente accoglienti”.

Per Verzilli, “Non occorre enumerare le ferite aperte: la chiusura permanente del Museo Archeologico (che non ha data di scadenza); la chiusura permanente della Domus del leone (che avrebbe dovuto tornare fruibile già da due anni con la sottoscrizione del protocollo d’intesa fra Comune, Fondazione Tercas e famiglia Savini, datato 5 agosto 2019); la sempiternamente rinviata apertura del Castello Della Monica (già restaurato dalla precedente Amministrazione comunale); la chiusura dell’edificio espositivo di Torre bruciata (immotivata); la mancata valorizzazione del Teatro romano (per incapacità politica); la maggior parte delle chiese aperte solo per poche ore (e nessuna con apertura serale); la mancata destinazione d’uso delle Sale ipogee di Piazza Garibaldi. Da ultimo, a rendere impietosa la situazione, ci sono sparuti turisti che si trovano spaesati in città e chiedono smarriti dove si trovi l’Ufficio turistico, anch’esso tragicamente chiuso nonostante il COPE da tre anni abbia stanziato cospicui fondi e strumentazione d’avanguardia affinché potesse aprire nei locali al pian terreno del Palazzo Delfico in Via Carducci.  Inoltre, manca totalmente una cartellonistica turistica che indichi le aree archeologiche (ad esempio la Necropoli di Ponte Messato, nel quartiere Cona, è sconosciuta anche alla maggior parte dei teramani), i luoghi di interesse (come ad esempio la Fonte della Noce), i percorsi naturalistici ed escursionistici da fare sia in città che nei dintorni”.

Insomma per il consigliere è “Un capoluogo abbandonato, al punto che quasi tutti i bar e i ristoranti chiudono per le ferie agostane, ben sapendo che i costi per restare aperti sarebbero più alti delle teoriche entrate derivanti dai possibili clienti. Una città completamente in disarmo, ben rappresentata dagli strofinacci appesi lungo Corso San Giorgio, ingiuriati dal vento e tristemente attorcigliati a rappresentare quanto Teramo si sia aggrovigliata nella propria chiusura, a causa delle evidenti carenze di coloro che la amministrano”.

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