Strada Panoramica del Gran Sasso: la posizione del comitato

Riceviamo e pubblichiamo

 

Prendiamo atto della costituzione del “comitato per il no” alla Strada Panoramica del Gran Sasso, che si prefigge di contrastare la costruzione di quella che per noi, che abitiamo in questo territorio, potrebbe essere una fondamentale arteria viaria per la montagna teramana sul versante del Gran Sasso.

 

Precisiamo che il nostro comitato è nato soprattutto allo scopo di incontrare le persone che non condividono il nostro punto di vista relativamente a questo intervento, per aprire con loro, e con tutti, un dialogo costruttivo come è avvenuto nella prima riunione del 27 novembre scorso nella sede della Comunità Montana di Tossicia. Pertanto consideriamo la fondazione di questo nuovo comitato, come una sovrapposizione che potrebbe contribuire ad alimentare la già esistente confusione.

Il progetto della strada non porterà affatto solo “ terrapieni, sbancamenti, asfalto e gallerie in zone oggi naturali, stravolgendo il patrimonio culturale, naturale e storico ed eliminando le possibilità di sviluppare economicamente e socialmente in modo sostenibile questo territorio” come si dice, ma il percorso prevede di riunire solo tratti già esistenti da anni e mai collegati tra loro, senza stravolgere alcunché e senza alcuna galleria. Il percorso semplicemente restituisce ai borghi i collegamenti storici, le ordinarie vie di comunicazione e di scambi esistenti da secoli e che, solo il progresso degli anni ‘60-’70 ha sconvolto, stravolgendo completamente la vita sociale dei singoli paesi e condannandoli all’isolamento.

Il recupero dei “vecchi sentieri” a cui fa riferimento il “ Comitato per il no”, non è affatto in contrapposizione con il progetto della panoramica, ma anzi da questo il recupero dei sentieri ne guadagnerebbe in maniera indiscutibile. Insomma la sentieristica e tutte le attività escursionistiche ad essa connesse, verrebbero semplicemente potenziate dal percorso stradale: strada e sentieristica avrebbero un ruolo sinergico e non certo antitetico. In definitiva questa soluzione viaria: collegherebbe paesi attualmente isolati, congiungerebbe due grandi snodi turistici come San Gabriele e Prati di Tivo, costituirebbe una soluzione alternativa di sicurezza qualora uno dei paesi rimanesse isolato per un possibile dissesto idrogeologico, migliorerebbe esponenzialmente la vita sociale e culturale di un territorio finalmente interconnesso da un collegamento viario, offrirebbe ai visitatori possibilità alternative di movimento e di scoperta dei luoghi, susciterebbe nuova intraprendenza nei paesi con il conseguente incremento e miglioramento della ricettività e del flusso turistico.

E’ da sottolineare infine il fatto che, per chi abita in questi borghi il miglioramento della viabilità è fondamentale per la qualità della vita. Qui non si tratta di combattere multinazionali che “ tirano dritto” ,perseguono i loro interessi, qui ci sono solo cittadini di piccoli e poveri paesi che chiedono, ormai da tantissimi anni, la realizzazione di un’opera vista come soluzione necessaria, anche se non sufficiente ovviamente, per poter avere una sostanziale speranza di sopravvivenza e di cambiamento. L’inverso decreterebbe semplicemente la fine di questi paesi.

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