Sant’Omero, casa ipotecata e multa da 1 milione: il contenzioso con l’Agenzia delle Entrate

Sant’Omero. Una cartella esattoriale da quasi 1,2 milioni, per una presunta evasione dell’Iva per operazioni commerciali all’estero, da pagare entro 5 giorni.

 

Burocrazia e situazioni quasi al limite, anche nel loro manifestarsi, sono gli ingredienti di una vicenda che arriva da Sant’Omero dove un cittadino, con un passato da imprenditore, da anni, ancora combatte con i tentacoli di uno Stato che chiede il pagamento di somme che, in realtà, non sembrano dovute.

Ma la questione non è solo legata ad un contenzioso con l’Agenzia delle Entrate, ma con tutte una serie di effetti a catena che la questione ha generato.

La storia. L’uomo, nel corso degli anni, assieme al fratello gestiva una società che si occupava di esportare iPhone in Germania che venivano acquistati in Olanda e poi collocati con abbonamento nello stato estero. E dunque con Iva esclusa. In due anni (che poi sono finiti sotto i riflettori dell’Agenzia delle Entrate) la società ha fatturato 2 milioni di euro

“L’Agenzia delle Entrate”, racconta l’uomo, ” mi ha inviato due atti giudiziari relativi all’anno 2009 e 2010 perché’ secondo

loro avevo evaso l’iva. Il mio commercialista ha fatto ricorso per l’anno 2009 (per l’anno 2010 non ha fatto ricorso dato che secondo lui i due atti erano simili e non serviva fare ricorso). Per l’anno 2009 in appello ho vinto la causa e il giudice ha ha anche condannato la ricorrente a pagarmi le spese per 3600 euro”. Rimborso che è stato perfezionato solo di recente, dopo che l’ex imprenditore ha fatto notare e più riprese la cosa.

Vicenda chiusa? Non proprio. Per l’anno 2010, a carico dell’uomo che nel frattempo lavora a dipendenze, è stato disposto il pignoramento dello stipendio (129 euro al mese), una seconda ipoteca sulla casa di proprietà, dove ancora grava un mutuo, e ovviamente una sanzione da 1 milione di euro. Il tutto perché il commercialista che assisteva l’imprenditore non ha effettuato il ricorso nei 60 giorni.

“Il mio commercialista”, racconta ancora, ” a questo punto ha effettuato una domanda in autotutela all’Agenzia delle Entrate di Teramo, per annullare la multa, che ha rigettato la richiesta dicendo che per un importo superiore a 1 milione di euro mi dovevo rivolgere all’agenzia di L’Aquila”. Anche la richiesta di autotutela è stata rigettata e nel frattempo tutta la pratica è stata messa in mano ad un avvocato per rifarsi sul commercialista.

“Mi chiedo se l’Agenzia delle Entrate si può comportare in questo modo”, prosegue il racconto, “non avendo scrupoli a rovinare la vita delle persone oneste per un piccolo errore non da parte del contribuente. Dato anche che dai documenti da me inviati è risultato palese che io non ho rubato nulla per l’anno 2010. Si comportano così forse perché i loro dipendenti

ricevono dei premi per le multe che fanno?”

Stipendio pignorato. In tutta questa vicenda c’è anche un ulteriore aspetto: ossia il pignoramento dello stipendio in una fase pandemica con un Decreto governativo che ha congelato anche questo aspetto.

“Ho chiesto informazioni e mi hanno risposto che controlleranno se c’è stato un errore e nel caso mi riaccrediteranno i soldi. Ma credo che tra qualche anno forse”, dice ancora l’uomo di Sant’Omero. Intanto io ho un mutuo da pagare, un finanziamento e il pignoramento e non riesco ad arrivare a fine mese”.

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