Roseto, ristrutturazione senza autorizzazione e ordine di demolizione non eseguito: balneatore nei guai

Roseto. L’Ufficio Marittimo di Roseto degli Abruzzi, al termine di un’articolata attività di verifica per il contrasto all’abusivismo edilizio e per il rispetto delle aree del demanio sottoposte a vincolo paesaggistico, hanno accertato il permanere di alcune opere di uno stabilimento balneare ispezionato diversi anni prima unitamente all’Agenzia del Demanio, colpite da un’ordinanza di demolizione del Comune.

Nella precedente ispezione, infatti, il personale della Guardia Costiera di Roseto aveva rilevato numerose difformità edilizie a seguito della ristrutturazione dello stabilimento balneare in questione. Tra queste: l’ampliamento della piattaforma coperta di mq.120,00 oltre quelli autorizzati, il cambio della destinazione d’uso del locale WC riservato ai portatori di Handicap e di un locale destinato ad attività ludiche, entrambi frazionati irregolarmente per ricavare una cucina e altri ambienti. Ancora, un ampliamento della superficie totale coperta del corpo principale, il cambio della destinazione d’uso di alcuni locali interni inizialmente destinati a cabine e poi divenuti WC, nonché la realizzazione di cabine ulteriori rispetto a quelle autorizzate.

Nella circostanza, infatti, era stato accertata l’avvenuta ristrutturazione edilizia dello stabilimento in assenza dei titoli autorizzativi previsti, nonché la totale difformità rispetto alla progettazione presentata; circostanze, quest’ultime, che non hanno permesso allo chalet di ottenere la certificazione di conformità edilizia e di agibilità, (documentazione essenziale per la certificazione delle condizioni di sicurezza, igiene, salubrità dell’edifico e degli impianti), pur avendo continuato ad essere aperto al pubblico e ad operare.
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er il concessionario è scattata la segnalazione all’Autorità Giudiziaria per i reati di innovazioni abusive sul demanio marittimo, abuso edilizio, distruzione o deturpamento di bellezze naturali per aver edificato su area demaniale marittima dichiarata di notevole interesse pubblico senza l’autorizzazione paesaggistica, nonché per falsità ideologica commessa dal privato e truffa. Fattispecie, queste ultime, contestate anche ai due precedenti gestori dello stesso stabilimento susseguitisi negli anni, ritenuti responsabili di aver certificato falsamente la SCIA presentata al Comune per lo svolgimento delle attività commerciali.

“L’attività di controllo su pubblico demanio marittimo – afferma Claudio Bernetti, Comandante della Capitaneria di porto di Giulianova che sovrintende l’intera costa teramana – condotta in maniera sincrona con l’Agenzia del Demanio, continuerà, a tutela di una realtà costiera che, proprio in ragione dell’elevatissima qualità dei servizi offerti, ben oltre gli obblighi di legge, non può permettere che si verifichino abusi a danno del demanio.”

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