Roseto, “mio fratello è figlio unico”: il progetto di inclusione sociale

Roseto degli Abruzzi. E’ stato presentato nella sala consiliare del Comune di Roseto il progetto di inclusione sociale “Mio fratello è figlio unico”, realizzato in co-progettazione con l’associazione di promozione sociale “Oltre” con il coinvolgimento dell’associazione “Dalla mia parte” e finanziato dalla Fondazione Tercas.

 

Il progetto si rivolge a tutti i bambini, ragazzi e famiglie residenti nel comune di Roseto e a tutti quei soggetti con una diagnosi di “Disturbo Persuasivo dello Sviluppo” (DPS), con particolare riferimento a quei ragazzi che presentano il disturbo allo spettro autistico.

 

Alla presentazione del progetto ha portato il suo saluto il Sindaco Mario Nugnes: “Pensando al valore della parola inclusione, intesa come un valore necessario, mi piace ricordare come anche l’aver individuato associazioni operanti nel terzo settore per la co-progettazione sia a sua volta un ulteriore segnale di come collaborare significhi includere e mai escludere – ha detto il primo cittadino. Se pensiamo che “solo” dal 1963 è stata istituita la scuola media unificata e che dal 1968 la diversità viene intesa come risorsa da riconoscere e integrare socialmente comprendiamo di quanto, a fronte dei passi in avanti fatti, molto resta da fare. Per questo mi sento di ringraziare la Fondazione Tercas per il supporto al progetto, l’associazione Oltre e i docenti che interagiranno nelle attività individuate”.

 

Dopo un breve saluto dell’assessore alle Politiche Sociali Francesco Luciani, che ha ribadito di come “al di là della tante “giornate mondiali” dedicate ad attirare l’attenzione su alcune problematiche bisognerebbe impegnarsi ogni giorno per attenuare le difficoltà e i disagi”, è toccato alla consigliera delegata alle Politiche Sociali Simona Di Felice entrare nello specifico del progetto.

 

“Ci tengo a dire di come questo progetto sia nato dall’ascolto delle famiglie con all’interno del nucleo una persona disabile nel periodo del lockdown – ha detto – perché mi stavo accorgendo, anche grazie alle segnalazioni di molti genitori che sono stati una risorsa per me in tal senso, che a causa della pandemia si erano ritrovati a gestire le attività dei figli, da quelle scolastiche a quelle quotidiane, in gran parte dei casi senza alcun tipo di supporto esterno. Molte famiglie si sono sentite sole, abbandonate, talvolta non supportate dai professionisti che avevano in carico i propri figli nel mantenere la routine quotidiana importante per i minori con disabilità”.

 

Il Consigliere del CdA della “Fondazione Tercas” Roberto Prosperi, ha ricordato come “la Fondazione Tercas è tradizionalmente impegnata nel sostegno di progetti finalizzati a migliorare i livelli di qualità della vita delle persone con disabilità. In ciò, particolare attenzione è rivolta a iniziative – come questa – volte al miglioramento degli ambienti di vita della persona con disabilità: famiglia, scuola, territorio. Conseguentemente azioni in favore delle famiglie come quelli in parola, si risolvono dunque in diretti interventi in favore del componente con disabilità”.

 

Infine il legale rappresentante dell’associazione “Oltre” Paolo Di Bonaventura, ha spiegato che “il progetto avrà una durata di sei mesi, e le materie trattate nei Laboratori Creativi saranno Spazio Famiglia, con particolare riferimento al benessere psico fisico, curato dalla psicoterapeuta Gloria Di Rocco e dalla psicologa Claudia Olivieri, Sport, con la docente Francesca Marini e Pittura e Musica, materie che saranno curate dall’artista Pasquale Testa”.

 

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