Roseto, i dubbi degli ambientalisti sull’ordinanza per cattura e abbattimento cinghiali

Roseto. “Il comune di Roseto degli Abruzzi ha emanato una ordinanza di abbattimento/cattura per i cinghiali. Come noto il territorio cittadino è molto ampio, oltre i 50 kmq , ed un quinto è all’interno della Riserva Borsacchio. Siamo consapevoli dei disagi ad agricoltori e dei danni che possono portare alcuni selvatici. E’ necessario trovar soluzioni efficaci e non improvvisate su ondate emozionali”.

Lo hanno dichiarato il WWF Teramo e Guide del Borsacchio in merito all’ordinanza del Comune di Roseto sui cinghiali, precisando che “il primo punto è capire se il comune ha promosso in questo periodo uno studio che stimi la presenza degli ungulati. Per ogni abbattimento o cattura serve almeno avere una stima del numero totale altrimenti non esiste nessuna selezione. Le Guide con WWF, Project Wolf Ethology e Guardie Ambientali hanno lanciato uno campagna informativa per raccogliere tali informazioni nel 2019, con patrocinio della Regione Abruzzo, Provincia di Teramo e Comune di Roseto degli Abruzzi. Uno studio su base volontaria che richiede tempo ed è penalizzato dalla scelta del Comune di non fornire contributi per i mezzi necessari allo studio”.

“Nell’ottobre 2021 riusciremo a concludere i lavori e iniziare una serie di incontri con agricoltori e allevatori per far comprendere i metodi per convivere e tutelare l’agricoltura e allevamenti in presenza di selvatici. Non serve andar lontano, basta guardare a comuni come Atri, dove la convivenza avviene da anni grazie a un campagna di informazione su rimedi e recinti appositi. Senza una stima l’abbattimento o la cattura non ha efficacia in quanto non è possibile sapere in che misura intervenire. Sarebbe solo una mattanza. Ribadiamo inoltre una nozione nota da anni. L’abbattimento non limita la presenza dei cinghiali anzi spesso l’incrementa. I cinghiali sono attirati dalle nostre colture, da cattive abitudini, da accumuli di rifiuti e col solo abbattimento non si avrà nessun risultato”.

“Le uniche strategie che si dimostrano efficaci sono le misure di prevenzione per evitare danni alle colture e, laddove sia accertato un disequilibrio ecologico, intervenire con le catture selettive che incidano concretamente sull’incremento riproduttivo”, concludono le associazioni.

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