Ricostruzione in sicurezza: studi sulle faglie. Svincolate altre aree

Gli studi di approfondimento sulle faglie, fratture della crosta terrestre superficiale che possono muoversi in un sisma e che interessano alcuni comuni colpiti dai terremoti del 2016 impattando sulla ricostruzione, avanzano e portano buoni risultati.

 

Il lavoro affidato dal Commissario Straordinario, Giovanni Legnini, all’INGV, all’ISPRA e alle Università del territorio, il primo che viene realizzato su scala sistematica nell’ambito di una ricostruzione post sisma, ha infatti consentito di accertare la reale pericolosità di molte faglie conosciute e per gran parte della loro estensione, di ridurre ulteriormente le zone di rispetto e di attenzione, che costituiscono vincoli per la ricostruzione.

“Abbiamo il dovere di ricostruire in sicurezza soprattutto dopo un terremoto, di verificare le fragilità del terreno che conosciamo e quelle che solo ipotizziamo, come i dissesti idrogeologici o le faglie, per liberare dai vincoli le aree non rischiose dove i cittadini attendono di ricostruire”, ha detto il Commissario Legnini, che ha anticipato oggi ai Sindaci dei Comuni di Norcia, Campotosto, Capitignano, Barete, Pizzoli, Montereale, Rieti, Leonessa, Rivodutri, Cantalice, Cittareale, interessati da questi fenomeni, i risultati delle analisi.

Il lavoro condotto fin qui dai geologi delle Università di Camerino, l’Aquila, Chieti, dell’ISPRA, coordinati dall’INGV, ha consentito in generale un avanzamento molto importante delle conoscenze sul rischio sismico del territorio e di restringere le aree che altrimenti, in base alle Linee Guida per la gestione dei territori interessati dalle faglie attive e capaci, sarebbero state interdette alla ricostruzione. Alcune faglie che si presumevano pericolose sono state declassificate, altre ancora sono state localizzate meglio, escludendo rischi per gli abitati.

Un’ultima fase degli studi, che sarà avviata dopo l’adozione di una nuova Ordinanza nelle prossime settimane, si concentrerà sulle situazioni dove il potenziale di pericolosità delle faglie, che si estendono per diversi chilometri, deve essere ancora interamente accertato con trincee di scavi e analisi che richiedono un elevato grado di accuratezza. Gli interventi nelle aree che hanno bisogno di ricerche più approfondite, in particolare in alcuni comuni abruzzesi e del Lazio, saranno al centro di un nuovo incontro tra il Commissario Legnini e i sindaci lunedì prossimo, a Capitignano.

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