Martinsicuro, la 259 resta chiusa. La posizione del Comitato

Martinsicuro. Il tratto più ad ovest della 259 resta chiusa al traffico (anche se c’è chi il varchi li ha superati) in attesa che l’Anas effettui le verifiche di stabilità sul viale alberato.

 

E questo dopo che le forti raffiche di vento di sabato pomeriggio hanno abbattuto alcuni alberi nel tratto di Martinsicuro della Statale. E mentre sono stati messi dei blocchi all’ingresso est della 259, la giornata di domenica ha fatto registrare tante polemiche e proteste sui social. Per i disagi alla viabilità, in quella zona che già paga la prolungata chiusura del ponte di via Ascolana, e perché il tratto di strada è fondamentale per la viabilità di accesso del casello della A14 e alla zona dei centri commerciali. Problemi che potrebbero crescere lunedì, con la ripresa delle attività lavorative e scolastiche. Sulla vicenda ha preso posizione il Comitato di riqualificazione di via Risorgimento Val Vibrata.

Nel dicembre 2018, l’Anas chiamata a svolgere azione di verifica e manutenzione delle alberature secolari di via Risorgimento, decise che sarebbe stato più conveniente abbattere l’intero parco arboreo. Furono sacrificati otto esemplari sani sottoposti a taglio senza peraltro regolare autorizzazione”, si legge nella nota. “Molti cittadini reagirono a questo intervento massimalista, costituendosi in un comitato e insieme ai sindaci dei comuni di Martinsicuro, Alba Adriatica e Colonnella, si opposero all’abbattimento complessivo del parco di via Risorgimento. Il comitato chiese ad Anas interventi mirati, una manutenzione più attenta mai svolta nel tempo sulle preziose alberature e valutazioni tecnico-scientifiche sulla salute degli esemplari arborei.

Venne anche richiesto un tavolo di confronto per trovare soluzioni che potessero migliorare la viabilità dell’asse viario.
Da allora tutto si è semplicemente fermato: il parco di via Risorgimento è stato abbandonato al corso degli eventi e persino la comunicazione tra i vari enti coinvolti sui temi risulta interrotta. Sono trascorsi quattro anni.
Dal marzo scorso, il comitato ha ripreso a cercare un’interlocuzione con Anas, gestore del parco, chiedendo un tavolo di lavoro sulle valutazioni tecniche e segnalando con comunicazioni ufficiali anche alcune condizioni di pericolosità per il precario stato di salute di alcuni tigli di via Risorgimento.

Il comitato ha segnalato varie volte anche il rischio caduta di alcuni esemplari, che erano irrimediabilmente compromessi da anni di manutenzione inesistente e da interventi errati che hanno provocato malattie inguaribili a tali monumenti verdi che fanno parte del patrimonio storico ambientale della comunità.
Le rovinose cadute di ieri erano annunciate: esse sono il risultato di una gestione nefasta del verde urbano, che per anni ha alternato pratiche che incidono sulla salute e sulla stabilità delle alberature a periodi di assoluto disinteresse ed abbandono. Questi atteggiamenti sono contrari alla preservazione dei valori paesaggistici e naturali del nostro territorio e minano gravemente anche i principi di tutela della pubblica incolumità. Ancora di più la distanza degli enti appare preoccupante in periodi in cui gli eventi climatici stanno diventando più improvvisi e ingestibili. Vogliamo pertanto richiamare con fermezza gli enti di gestione territoriale e gli stessi soggetti deputati al controllo a svolgere azione proficua. E’ necessario tornare al metodico ripristino di attente azioni di programmazione e controllo in ordine alla manutenzione, preservazione e messa in sicurezza del verde pubblico. Ancora di più nella piena consapevolezza delle mutate intensità degli eventi atmosferici e climatici diviene indispensabile un assai differente approccio alla gestione dei valori del verde pubblico.

L’annosa assenza di manutenzione non può oggi tornare a tradursi nell’opportunità di eliminare interi viali alberati. Non sono pericolosi gli alberi ma certamente sono pericolosi gli enti che non svolgono ordinarie azioni di manutenzione e messa in sicurezza degli esemplari. Chiediamo appunto che si torni ad intervenire, dopo attenta valutazione, su alcuni esemplari oggi divenuti precari per le predette condizioni di abbandono. Chiediamo inoltre una immediata manutenzione e potatura del parco attraverso gli strumenti e le competenze che sicuramente sono in possesso di Anas”.

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