Carino Strozzieri è morto travolto da due auto che gareggiavano ad alta velocità tra le vie di Villa Rosa di Martinsicuro. Questa la tragica verità che emerge dalle delicatissime indagini condotte dal Pm Greta Aloisi dopo l’incidente costato la vita al 60enne di Controguerra il 2 settembre del 2017.
Stamattina sarebbe dovuto iniziare il processo a carico di un unico imputato, Carlos Tadeu Amador Do Nascimento, il 39enne di origini brasiliane ritenuto dalla Procura responsabile dell’investimento, ma già una settimana dopo l’incidente, nonostante un ordine di custodia cautelare, era riuscito a fuggire in Brasile prendendo un aereo da Roma. Da allora ha fatto perdere le proprie tracce, il Gup Marco Procaccini del tribunale di Teramo ha pertanto disposto un rinvio lungo, di oltre un anno, per consentire di perfezionare la notifica, ma a questo punto diventa molto incerta la data affettiva di inizio del processo.
I familiari di Carino Strozzieri si sono affidati a Giesse Risarcimento Danni di Teramo, gruppo specializzato nel risarcimento di incidenti stradali mortali che ancor prima dell’inizio del procedimento penale, tramite i propri legali fiduciari, avevano avviato una causa civile presso il tribunale di Bologna.
L’incidente. Mancano pochi minuti alle 6, Carino Strozzieri sta facendo il consueto giro mattutino in bicicletta, come spesso ama fare all’alba. In paese è conosciuto e ben voluto da tutti, ha una grande passione per il giardinaggio e si prende cura di decine di giardini dei compaesani. Stanno sorgendo le prime luci del 2 settembre 2017, il 60enne giunge all’incrocio di piazza Leonardo da Vinci, dove con la bici portata a mano inizia ad attraversare via Roma.
All’improvviso il silenzio del mattino viene squarciato dal rombo assordante di due auto che sopraggiungono a grande velocità. Strozzieri non ha neppure il tempo di capire cosa stia accadendo: viene travolto in pieno da uno dei due mezzi che viaggiano affiancati, come in un tentativo di soprasso.
A bordo dell’auto che lo travolge, una Bmw serie 1, c’è Carlos Tadeu Amador Do Nascimento assieme a un altro amico connazionale con il quale ha passato la serata dapprima a prostituirsi in zona bonifica Tronto, poi a bere diverse consumazioni in un vicino bar. E’ qui che conoscono il ragazzo alla guida dell’altra auto, una Alfa 159: Do Nascimento lo invita a seguirlo presso la sua abitazione ed è da qui che parte la folle corsa.
L’impatto tra l’auto lanciata a gran velocità e il povero Strozzieri è talmente violento che la bici finisce spezzata in due, con il corpo del 60enne sbalzato ben 35 metri più avanti. Le due auto proseguono senza fermarsi, nonostante la Bmw riporti danni ingenti anche al parabrezza. Sul posto accorrono due passanti che alla vista del corpo esanime di Strozzieri chiamano disperatamente in aiuto le autorità.
Le indagini. Secondo quanto ricostruito dalle lunghe e molto difficili indagini dirette dai carabinieri di Alba Adriatica (alle quali hanno partecipato anche i Ris di Roma e la questura di Prato) i mezzi raggiungono a questo punto Martinsicuro, dove Do Nascimento è ospite da alcuni giorni di un amico brasiliano anche lui transessuale che è solito prostituirsi in zona bonifica Tronto. L’auto viene nascosta sotto alcune coperte e un telo, all’amico che lo ospita Do Nascimento racconta di avere avuto un piccolo incidente.
Poche ore più tardi, lasciando l’auto abbandonata raggiunge con i mezzi pubblici Calenzano, in Toscana, dove risiede stabilmente negli ultimi anni dopo vari spostamenti tra altre città come Roma e Napoli. Passa una settimana esatta dall’incidente e, dopo aver chiamato più volte l’amico che lo ospitava a Martinsicuro, per capire se qualcuno lo stesse cercando, Do Nascimento si fa accompagnare a Roma Fiumicino per prendere un aereo che lo riporta in Brasile, dove in seguito fa perdere le proprie tracce.
Un amico di Calenzano racconterà poi agli agenti della Questura di Prato che Do Nascimento prima di partire gli ha confidato di essere implicato anche nel furto perpetrato poche ore dopo l’incidente nell’abitazione del povero Carino Strozzieri.
I carabinieri hanno infine ricostruito che l’auto con la quale è stato investito Strozzieri era stata concessa in prova al 39enne brasiliano da un’agenzia di pratiche auto toscana, ma Do Nascimento non l’aveva mai restituita, continuando a utilizzarla nonostante fosse anche scaduta la polizza assicurativa. Gli investigatori, malgrado un certosino lavoro di ricostruzione ed accertamento, non sono purtroppo mai riusciti a identificare l’altro uomo alla guida dell’Alfa 159: si sa solo che parla bene l’italiano e che ha un’età compresa tra i 20 e i 30 anni.
La mancata notifica. L’udienza è stata rinviata di oltre un anno per permettere di perfezionare la notifica, ma Do Nascimento è latitante in Brasile e, salvo colpi di scena, non si rifarà più vedere. Da qui la disperazione dei familiari, che invece reclamano a gran voce giustizia: “Chiediamo giustizia per una morte tanto assurda, non potremo mai accettare che chi ci ha portato via il nostro amato Carino, in un modo tanto tragico, possa ora anche passarla liscia grazie al fatto che è fuggito all’estero – l’amaro commento della sorella della vittima, Domenica Strozzieri, a nome anche dei familiari e di tutta la comunità di Controguerra – Lanciamo un appello alle autorità e anche al Governo: quest’uomo deve pagare per quello che ha commesso, non sarebbe dovuto poter fuggire all’estero. Chiediamo che venga estradato e riportato qui in Italia a scontare l’intera pena a cui verrà condannato”.