Il legame della senatrice Elena Marinucci con Teramo: il ricordo della Cgil

La Cgil di Teramo vuole celebrare Elena Marinucci e il Suo contributo, partito da Teramo, ad una società più giusta.

Con gratitudine la vogliamo ricordare in 2 battaglie che sarebbero state pioniere di un cambiamento culturale e politico per le donne e con le donne dell’Italia.

“Nel 2001”, esordisce il segretario della CGIL Teramo Pancrazio Cordone, “la Senatrice ha accompagnato la variazione dello Statuto della Provincia di Teramo, allora guidata da Claudio Ruffini, nel garantire la presenza delle donne nella giunta provinciale fino alla sua definitiva approvazione. Lo Statuto in parola prevedeva infatti, che la Provincia promuovesse la presenza delle donne in giunta.

La prima proposta fu discussa nel 2001 e fu bocciata dall’allora consiglio provinciale (composto da soli 3 donne e 18 uomini); nel 2004 le allora consigliere, sostenute, da Elena Marinucci e dalla 5^ Commissione provinciale, proposero per la seconda volta l’emendamento dello statuto: quella volta dopo ampia discussione riuscirono ad avere la maggioranza !Tale modifica attestò la Provincia di Teramo come tra le prime in Italia ( forse la prima) a modificare lo Statuto e a garantire la presenza delle donne in giunta. Modifica che nel frattempo sarebbe stata recepita nella Costituzione Italiana

La Senatrice nel 2001 ha anche lavorato insieme alla 5^ Commissione provinciale pari opportunità, allora presieduta da Anna Maria Consorti, e al Prof. Ceruli Irelli ad una legge di iniziativa popolare, presentata in Parlamento, al fine di garantire la presenza delle donne al 50% in tutti gli organismi elettivi e di nomina. La Corte suprema di Cassazione bocciò la proposta di legge, ma pochi anni dopo sarebbe diventata, grazie alla modifica costituzionale, legge per tutti i sistemi di votazione oltre che norma di legge per gli organismi delle società pubbliche.

Il lavoro della Senatrice Elena Marinucci dei primi anni duemila e la triste realtà di un Ente che oggi, grazie ad una elezione di secondo livello il cui risultato è dettato da logiche aritmetiche di partito, ha fatto si che nel consiglio provinciale non sedesse nessuna donna.

Molte persone diventano “Onorevoli” ma poche di loro lavorano per migliorare la vita di tutte/i. Questa testimonianza del lavoro della Senatrice è solo un esempio di come e cosa la politica può produrre per la crescita di un femminile plurale!

Grazie Elena Marinucci!”.

 

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