Coronavirus, sindacati chiedono al Prefetto di Teramo chiusura aziende metalmeccaniche

I segretari provinciali di Teramo di FIM-CISL e FIOM-CGIL, Marco Boccanera e Mirco D’Ignazio, chiedono al Prefetto di Teramo la chiusura di tutte le aziende metalmeccaniche della provincia.

 

“Molte aziende si sono subito attenute a tali disposizioni ed hanno immediatamente fermato le attività. Alcune, invece, utilizzando interpretazioni impropriamente estensive di alcuni commi del decreto, hanno preteso che oggi tutti i lavoratori fossero presenti in fabbrica ed hanno intenzione di continuare con le produzioni – sottolineano – Per queste ragioni FIM CISL e FIOM CGIL di Teramo hanno inviato una richiesta formale di intervento al Prefetto di Teramo affinché fermi tutte quelle attività che non possono continuare a lavorare.  Per le organizzazioni sindacali chiedere che si fermi una fabbrica è sempre un sacrificio, ma, adesso più che mai, viene prima la salute. Non si possono tenere le fabbriche, la cui attività non è necessaria, aperte consentendo che decine, a volte centinaia di persone, lavorino a stretto contatto  con un rischio contagio altissimo: si metterebbe a rischio la salute dei lavoratori coinvolti e si rischierebbe di vanificare i sacrifici che si stanno chiedendo a tutte e tutti”.

E ancora: “Per questo è stato chiesto che le aziende che stanno provando a “forzare la mano” vengano subito fermate. Non è possibile, infatti, che con la scusa di mettere in sicurezza impianti e macchinari che non possono essere spenti per motivi di sicurezza (operazione che consentirebbe l’occupazione solo di qualche lavoratore) si facciano lavorare tutti gli operai portando avanti le produzioni come se nulla stesse accadendo. Così come non è possibile sfruttare la possibilità di completare le attività necessarie alla sospensione fino a mercoledì 25 (in particolare la spedizione della merce in giacenza) per andare avanti fino a quella data come se il blocco non fosse immediato. Non si può consentire che il profitto continui a passare sulle teste di lavoratrici e lavoratori: ognuno si deve assumere le proprie responsabilità e fare la propria parte”.

 

Federazione provinciale del PCI. La priorità generale assoluta del paese in questo momento, è quella di tutelare la salute di tutti i cittadini di fronte all’espandersi dell’emergenza COVID-19. Contrastare la diffusione del virus è quindi un passaggio fondamentale, rientrando esso nella strategia di prevenzione. Per questo motivo fin da subito esperti in materia, medici, infettivologi, hanno insistentemente denunciato il pericolo delle agglomerazioni di persone come base di diffusione costante del virus.

Alla luce di quanto espresso, ci pare criminogeno l’atteggiamento della Confindustria che intende continuare ogni genere di produzione non essenziale;  che pone barricate;  che intima AUT AUT al governo; che redige comunicati inqualificabili dove esplicitamente antepone il guadagno alla salute di operai, impiegati, lavoratori; che non rispetta accordi concordati con le parti sociali e col Governo ed impone una apertura generalizzata di ogni sorta di attività produttiva.

Il sindaco di Brescia, Emilio Del Bono, nei giorni scorsi ha apertamente denunciato come la drammatica situazione di quelle zone, l’elevatissimo numero di contagiati e di vittime, sia anche dipeso dall’atteggiamento irresponsabile degli industriali che hanno fatto pressioni affinchè non fossero prese misure di contenimento e di sospensione delle attività produttive.

Di fronte a questo scenario, anche in Provincia di Teramo chiediamo a chi di competenza, se la vita umana deve essere messa in secondo piano rispetto al guadagno; se sia accettabile che la Confindustria faccia la morale sulla necessità di produrre invocando sacrifici, esponendo i lavoratori al rischio contagio, e nel mentre i suoi dirigenti sono al sicuro comodamente a casa, lavorando da remoto; a quali criteri di “elementi di essenzialità” tali da non poter sospendere per due settimane l’attività, rispondano le fabbriche aperte come la Giplast di Giulianova, la Carbotech di Martinsicuro, la Olsv Italia di Roseto,  la Eurocarbo di Corropoli , non è dato sapere.

Crediamo che i principi sanciti nella Costituzione debbano oggi più che mai essere rimarcati; il diritto alla salute dell’essere umano senza alcuna differenza di classe di genere di nazionalità . Qualcuno vuole ancora imporci il ritorno ai tempi in cui esistevano cittadini figli di un dio minore.

 

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