Colonnella, la puzza sospesa: l’intervento

Colonnella. Il tema dei cattivi odori nella zona industriale del Tronto, a Colonnella, è per il momento archiviato alla luce del provvedimento regionale che, lo scorso 27 maggio, ha sospeso per sei mesi l’autorizzazione ambientale all’azienda che produce fertilizzanti organici.

 

Quelli che proseguono, invece, sono le reazioni e le considerazioni sul tema, visto che la vicenda ha monopolizzato la discussione per anni.

E in questo contesto si innesta l’intervento di Ivano Di Benedetto, segretario del Pd di Colonnella.

 

“Non era poi così difficile prevedere che il problema della puzza sarebbe stato almeno temporaneamente fermato”, si legge nella nota. “Non dimentichiamo che siamo a pochi mesi dalle elezioni amministrative, l’amministrazione uscente non poteva di certo permettersi di andare al voto con una questione così importante ancora aperta, siamo soddisfatti perché almeno per un periodo i cittadini residenti nella zona non saranno tormentati dalla puzza.

Solo quando l’azienda sarà in grado di svolgere impresa nel rispetto delle regole, tornare ad occupare lavoratori senza danneggiare i cittadini residenti, sarà la vera vittoria di tutti. Cittadini e impresa devono poter convivere senza conflitti. L’azienda aveva ricevuto le prescrizioni per mettersi in regola, fino ad ora la ha fatto solo parzialmente.

 

I meriti. “Sono in molti ora ad intestarsi i meriti, come sempre le sconfitte sono orfane e le vittorie invece hanno molti padri”, la posizione del Pd. “Risale al 16 ottobre del 2013 la prima dichiarazione ad una emittente locale in cui sindaco Pollastrelli prometteva di fermare la puzza della Stam, peccato che da allora siano trascorsi appena otto maleodoranti anni.

Ci siamo costantemente occupati del problema insieme al gruppo consiliare Colonnella Cambia, con noi tanti altri che, pur non subendo direttamente il disagio, sono state al fianco dei cittadini che protestavano, parliamo del consigliere regionale Dino Pepe, dell’ex consigliere della regione Marche Fabio Urbinati, dell’ex consigliere marchigiano Peppe Giorgini e dell’onorevole Fabio Berardini.

Sono da ringraziare i cittadini che hanno protestato mettendoci la faccia, i sindaci dei comuni limitrofi e tutti gli operatori dell’informazione che si sono occupati della questione e hanno contribuito a tenere alta l’attenzione e fare in modo che il problema avesse visibilità. La pressione della popolazione esasperata, le proteste sulla scalinata, la raccolta di oltre 1300 firme hanno determinato la vera svolta di questa fetida storia.

Un ottimo lavoro è stato svolto dall’ARTA che, dopo la sospensione per la pandemia, ha ripreso i controlli e rilevato le irregolarità, che hanno portato all’emissione prima della diffida e successivamente alla sospensione delle attività della Stam.

Riteniamo opportuno segnalare però che la sospensione è temporanea, è stata notificata il 27 maggio e dura sei mesi. Nel frattempo l’azienda potrebbe opporsi allo stop con un ricorso al TAR, e perfino, come più volte paventato da Pollastrelli, ipoteticamente chiedere risarcimento, purtroppo è già accaduto nel caso della mai realizzata centrale a biomasse.

L’analisi. “L’amministrazione Pollastrelli adesso usa proclami trionfalistici”, chiude Di Benedetto, “purtroppo non ha mai avuto una sola parola di solidarietà nei confronti dei residenti querelati dall’azienda per aver protestato il loro disappunto sui social. Probabilmente è semplice questione di sensibilità, intanto quelle persone che già hanno dovuto subire il disagio dell’olezzo per anni adesso sono anche costretti a pagarsi gli avvocati per difendersi”.

 

 

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