Campli, frana di Castelnuovo 4 anni dopo. Gli interrogativi della minoranza

Campli. Domani saranno passati già quattro anni da quel triste 16 febbraio 2017, giorno che ha segnato per sempre la comunità di Castelnuovo di Campli teatro di un grave fenomeno franoso che ha interessato una parte importante della frazione più popolosa di Campli.

 

Una comunità che ancora oggi, purtroppo, non riesce a tornare alla normalità.

A porre degli interrogativi è il gruppo di minoranza Ricostruiamo Campli.

Il 23 luglio 2019 il nuovo sindaco Agostinelli, insediato da soli due mesi, annunciava in un’intervista televisiva che “l’amministrazione comunale di Campli, a distanza di due anni e mezzo dalla frana di Castelnuovo, ha avviato, per andare incontro agli sfollati, un complesso percorso volto a ricostruire le case abbattute senza spostare i residenti altrove”. Tutti saremmo stati felici di questo epilogo, ma così non è stato”, scrive la minoranza.

“Agostinelli, al momento, non ha prodotto un solo atto amministrativo per individuare la rinascita del quartiere di Castelnuovo. Certo vi sono state altre emergenze, come la pandemia, ma dopo 4 anni è giusto che i cittadini di Castelnuovo sappiano che fine faranno. Come ne hanno avuto certezza i nostri amici di Ponzano nel Comune di Civitella del Tronto, dove la ricostruzione della frazione è avviata da tempo.

A Campli, invece, l’unico atto amministrativo di cui siamo a conoscenza è la volontà della Giunta comunale di ricostruire parzialmente le abitazioni sfollate nella zona della ex palestra Nino Di Annunzio. Un atto che nasce già con mille interrogativi tecnici e senza la necessaria condivisione: né del Consiglio comunale, nè tantomeno della cittadinanza. Infatti, la delibera di giunta comunale vuole, udite udite, traslare l’ubicazione della palestra D’Annunzio (già destinataria di un finanziamento ad hoc per la sua demolizione e ricostruzione) per fare “spazio” ad una zona residua da adibire alla ricostruzione delle abitazioni distrutte.

Un’area molto piccola, che non ha il pregio di risolvere l’intero problema delle ex case popolari, nè tantomeno di salvaguardare l’unitarietà della ricostruzione delle stesse. Ma la cosa che più ci preoccupa è che questo atto di tale importanza, viene assunto con il parere contrario del dirigente ai lavori pubblici comunale che ha messo, nero su bianco, la pericolosità di quella zona individuata per la “Nuova Castelnuovo” in quanto sottoposta ad un vincolo PAI proprio perché a ridosso di una scarpata i cui terreni “potrebbero” essere soggetti a cedimenti.

Ci si chiede a questo punto, come sia possibile dopo 4 anni, partorire una tale decisione. Come si può pensare di ricostruire delle abitazioni soggette a frana individuando come nuova area un terreno che ha specularmente le stesse problematiche di quello originario. Non ci sono altre zone da usare a Castelnuovo per ricostruire? La popolazione è stata coinvolta? Perchè un dibattito del genere non è stato oggetto di discussione del Consiglio comunale? Pretendiamo spiegazioni puntuali: non per noi ma per i cittadini di Castelnuovo. Non si può più attendere, è ora delle decisioni, una comunità intera sta attendendo il suo futuro. E il suo futuro non può essere ricostruito sopra ad un altro “burrone” da cui sono stati costretti a fuggire.

Per queste ragioni nei prossimi giorni chiederemo la convocazione di un consiglio comunale straordinario su questa vicenda. È vero c’è il covid, ma la politica non si ferma, ed anche da casa, i cittadini di Castelnuovo potranno seguire il dibattito e conoscere le decisioni che riguardano il loro futuro. Noi siamo dalla loro parte”.

 

 

 

 

 

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