La FP CGIL Teramo “esprime profondo rammarico nell’apprendere che la ASL di Teramo, dinanzi al ricorso presentato dalla scrivente organizzazione sindacale in merito all’attribuzione del buono pasto, a tutti i dipendenti che svolgono più di 6 ore di lavoro giornaliere, si sia costituita in giudizio attraverso la nomina di un legale invece di percorrere una via di composizione conciliativa della vertenza”.
E ancora: “Precisiamo che la FP CGIL ha più volte chiesto, attraverso l’invio di apposite missive, il rispetto di un dettame contrattuale risalente al CCNL Comparto Sanità del 2001 e sempre confermato nei contratti susseguenti – fa sapere Marco Di Marco – La materia è stata oggetto di diverse vicende giudiziarie fino ad essere passata in giudicato in Cassazione con sentenza che riconosce l’attribuzione del buono pasto anche al personale sanitario e cioè quanto richiesto dalla FP CGIL. Diverse e recenti sentenze vedono varie aziende sanitarie, anche di regioni limitrofe, soccombere in materia, pertanto appare incomprensibile alla scrivente l’ostinazione della ASL di Teramo nel perseguire via giudiziarie che fanno lievitare i costi delle spese legali, piuttosto che intraprendere vie conciliative”.
“La FP CGIL, dal suo canto, rimane a disposizione per un eventuale confronto in materia, nella consapevolezza che, pur nel rispetto dei ruoli, la concertazione sia la strada per armonizzare le posizioni espresse dall’azienda e dal sindacato, avente come fine ultimo il benessere delle lavoratrici e dei lavoratori del Sistema Sanitario Nazionale”.