Riportare i fondali del bacino portuale di Giulianova ad una profondità media di circa 5 metri per assicurare una navigazione interna durante le manovre di ingresso e di uscita delle imbarcazioni senza alcun rischio.
200mila euro circa saranno destinati alle operazioni di rimozione dei sedimenti e della sabbia accumulati in diversi punti, in modo particolare a ridosso delle banchine di ormeggio. Attualmente i pescherecci sono costretti a seguire una rotta ben stabilita, nella zona centrale del porto, dove la profondità garantita è tra i 2 e i 3 metri. Navigando nello stesso punto durante le varie manovre il fenomeno dell’insabbiamento è stato in qualche modo contenuto. Ma a lungo andare la situazione sarà destinata a peggiorare.
Ci sono barche di grossa stazza, in modo particolare lampare e volanti pugliesi che in alcuni punti toccano il fondale con la chiglia. Il problema, sollevato dagli armatori e in modo particolare dal presidente del Consorzio di Gestione delle Vongolare Giovanni Di Mattia, è stato già portato all’attenzione della Regione Abruzzo dal presidente dell’Ente Porto Valentino Ferrante.
I fondi per le operazioni di dragaggio sarebbero già disponibili. Bisogna però attivare la macchina burocratica per fare in modo che gli interventi possano iniziare entro questo anno, forse già a primavera. Ci sono almeno due passaggi da compiere. Il primo riguarda l’analisi dei materiali accumulati.
Se ritenuti idonei potrebbero essere utilizzati per operazioni di ripascimento nelle aree soggette al fenomeno erosivo del litorale teramano. In caso contrario i sedimenti dovranno essere smaltiti. L’altra procedura è relativa alla gara d’appalto. E per avere la certezza che i lavori possano iniziare entro la primavera, fin d’ora è necessario avviare l’iter da parte della Regione.