La protesta degli ambientalisti: ‘troppa pesca nell’AMP Cerrano’

Pineto. Con decreto del Ministero dell’Ambiente del 12 gennaio 2017 è stata regolamentata l’attività di piccola pesca nell’ Area Marina Protetta Torre di Cerrano.

Le Associazioni Marevivo– Delegazione Abruzzo, Lipu Abruzzo e Pro-Natura Abruzzo hanno recentemente scritto a questo proposito al Presidente dell’Area Marina Protetta e al Ministero dell’Ambiente chiedendo che “il Regolamento venga rivisto, in quanto nella sua attuale stesura legittima ed autorizza modalità della cosiddetta piccola pesca che sono tutt’altro che piccole e chiaramente incompatibili con le finalità dell’Area Marina Protetta, che sono prima di tutto la tutela dell’ecosistema marino con particolare riferimento alla fauna che ne costituisce una componente fondamentale”.

Secondo le tre associazioni ambientaliste “durante tutto l’anno, ma soprattutto nel periodo primaverile-estivo le acque dell’Area Marina Protetta sono letteralmente invase dalle attrezzature della piccola pesca i cui segnali sono ben visibili da riva. Dal loro numero (ne sono stati contati anche più di 400 in un solo giorno) è facile desumere che le reti ad essi collegate possono anche raggiungere la lunghezza di alcune centinaia di chilometri, formando veri e propri labirinti che impattano notevolmente sui pesci e nelle quali tartarughe marine, uccelli marini e delfini possono facilmente restare impigliati e morire per annegamento.

Le associazioni avevano fatto presente a suo tempo “questa grave situazione” al Ministero e agli organi di gestione dell’Area Marina Protetta chiedendo che nel Regolamento si adottassero misure relative alla gestione della piccola pesca volte a ridurne l’impatto sulla fauna.

“Nel nuovo Regolamento – aggiungono – approvato con decreto del ministro dell’Ambiente del 12 gennaio non si è tenuto minimamente conto dell’ipotesi di gestione suggerita. Anzi si legittima il forte impatto ambientale della piccola pesca sulla fauna marina. Attualmente, se tutti i pescatori autorizzati (circa una ventina), calassero 4 km di reti ciascuno (basta dichiarare di avere 4 pescatori imbarcati, cosa facilissima) si avrebbero contemporaneamente in esercizio 80.000 metri di reti, 4.000 nasse e 6.000 cestini (per la pesca delle lumachine). Con buona pace della protezione della fauna che, in un’area protetta come questa, dovrebbe avere la precedenza assoluta”.

Marevivo, Lipu e Pro-Natura chiedono quindi ancora una volta al Ministero dell’Ambiente e all’Area Marina Protetta Torre di Cerrano di rivedere il Regolamento allo scopo di assicurare una gestione sostenibile delle risorse ittiche e la salvaguardia delle altre specie, in particolare delfini, tartarughe e uccelli marini.

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