Lettera aperta da Piane Tordino. La rabbia dei residenti: “Parco abbandonato” (FOTO)

Pubblichiamo la lettera di un nostro affezionato lettore, che peraltro si fa portavoce di un’intera comunità, quella di Piane Tordino di Roseto.

Una lettera piena di amarezza, perché racconta l’abbandono di un territorio, di un piccolo parco pubblico, in balia ora anche di tossici. Uno sfogo, ma anche un appello quello del nostro lettore affinché le istituzioni facciano qualcosa.

“Zona tranquilla, poco traffico, poco rumore, insomma è vivibile. Non fosse per qualche “piccolo” problemino presente da sempre nella stragrande maggioranza di metropoli e città ben più grandi.

Sorvoliamo sulla ormai secolare mancanza di marciapiedi che rendono una semplice uscita a piedi o in bici una sorta di sfida alla morte (più volte ci sono stati incidenti nei quali alcune auto hanno beccato i temerari passanti), veniamo ad un problema ben più grave che colpisce la piazzetta (e relativo parco giochi per bimbi): mancata pulizia, manutenzione pari a zero e controlli inesistenti. Aggiungiamo anche che da due/tre mesi la piazza è meta di tossici ed il gioco è fatto.

Come potete vedere dalle foto, il parchetto giochi è in totale abbandono da anni, ci sono stati addirittura alcuni cittadini che nel tempo hanno rattoppato nel miglior modo possibile i danni fatti dal tempo e dalle bravate di alcuni imbecilli che di notte si divertivano a vandalizzare il tutto, interventi che purtroppo non sono stati e non saranno mai risolutori. Lo steccato (costruito sin dall’inizio in maniera tale da essere inutile, un bimbo potrebbe benissimo passarci attraverso e ritrovarsi in strada) è quasi completamente marcito, potete vederlo con i vostri occhi, ci sono interi tratti scoperti.

Sono anni che è in queste condizioni, gli interventi degli operai del comune si sono limitati a sistemare i legni marci con… nastro adesivo da pacchi. Che è marcito insieme al legno. I giochi in legno hanno seguito la stessa sorte, consumati e marciti, le altalene ormai arrugginite sono un ottimo modo per beccarsi il tetano. La scaletta che permetteva ai bimbi di salire sullo scivolo non è stata risparmiata, un gradino è in procinto di cedere, e una vite scoperta ed arrugginita è pronta a fare il suo sporco lavoro. Sempre dalle foto, potete anche notare che un tombino in cemento è spaccato e sollevato, proprio a due passi dalla scaletta stessa. Pensate alle conseguenze se un bimbo dovesse scivolare e finire con la testa su quel cemento! Potrei fermarmi qui, volevo fermarmi qui, ma, come scrivevo sopra, ora c’è anche il problema dei tossici. Fazzoletti sporchi di sangue, contenitori per siringhe e fiale per soluzioni iniettabili, accendini e siringhe, appunto.

Personalmente vado spesso in quella piazzetta a spasso con il mio cane, quando ho scattato le foto che vedete in questo articolo ci sono stato un’ora circa. Ebbene, tre automobilisti si sono fermati e si sono fatti la loro sana dose di veleno in pieno giorno, per poi uscire dalla piazza contromano e sbandando vistosamente. Di sera e di notte la situazione non è di certo migliore, anzi. Costruire una piazza per poi lasciarla sporca e senza manutenzione, aggiungerci un parchetto la cui erba viene tagliata due volte l’anno (quando va bene), diciamo che non è proprio l’immagine ideale da presentare ai turisti e ai passanti che si trovano a percorrere la nostra zona.

Aggiungo che, data la mancanza cronica di controlli da parte dei vigili e da parte delle Forze dell’Ordine, alcuni cittadini stanno pensando di cominciare a fare delle ronde per risolvere la situazione, e non credo sarà una bella cosa quella che potrebbe venirne fuori.

Alcuni residenti mi hanno pregato di segnalare la cosa in rete, mantenendo segreta la mia identità per non incorrere in spiacevoli conseguenze. La segnalazione è stata fatta, ma non vedo il motivo per il quale dovrei aver paura di mettere nome e cognome: non sono né un supereroe mascherato né devo aver paura di voler salvaguardare la zona in cui vivo e nella quale vorrei poter serenamente andare in giro con mio nipote. Qui non si tratta più di colori politici, qui si tratta di buon senso e civiltà, non serve più ignorare un problema per far finta che non esista”.

Fabrizio Di Donato

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