Elaborati i dati della manifestazione d’interesse lanciata a ottobre da Invitalia, soggetto attuatore del programma di riconversione industriale dell’area di crisi complessa Vibrata-Tronto.
L’analisi delle proposte rispecchia un forte interesse imprenditoriale ad investire in Vibrata attraverso gli strumenti che avrà a disposizione l’area di crisi complessa.
Complessivamente sono stati presentati 756 progetti, oltre un miliardo e mezzo di investimenti fra Vibrata e Piceno; 725 milioni nel teramano con una previsione di quasi 3700 nuovi occupati (sarebbero 8100 nelle due aree).
Decisamente significativo l’interesse che si registra nell’area teramana che con 13 Comuni rispetto ai 44 dell’area Picena totalizza il 46% delle adesioni alla call e il 48% del potenziale incremento occupazionale. Le manifestazioni si riferiscono ad una vasta gamma di settori anche se la maggiore concentrazione di proposte di investimento è nel manifatturiero (50%) seguono ospitalità e ristorazione (11%) e poi una serie di settori tutta solo il 10% (si va dai servizi di informazione e comunicazione a quelli scientifici, istruzione, gestione rifiuti e risanamento ambientale).
Per le proposte oltre i 20 milioni di euro, su 8 complessive ben 5 sono riconducibili ad aziende teramane; anche nella soglia ricompresa tra i 1.500.000 e 20.000.000 di euro, si registra una maggiore adesione della parte abruzzese, in particolare nelle attività manifatturiere. Da segnalare anche l’entità della quota di investimenti destinati a Ricerca e sviluppo, una tendenza positiva degli ultimi anni: In Vibrata ci sono 12 proposte per 29 milioni di euro.
Adesso, anche sulla base delle intenzioni delle imprese, Invitalia dovrà redigere il Piano di riconversione industriale che poi dovrà essere approvato dal tavolo nazionale di coordinamento di cui fa parte anche la Provincia. Solo successivamente potranno essere emanati i bandi.
“La risposta degli imprenditori e delle imprese, considerate le previsioni di crescita non entusiasmanti del Fondo monetario internazionale per l’Italia, è certamente oltre le aspettative. Di fronte ai risultati della manifestazione di interesse vanno fatte due considerazioni: la prima è che bisogna fare presto ad approvare il Piano, la seconda è che occorrono maggiori risorse rispetto a quelle ventilate. Uno sforzo che va chiesto sia alla Regione che al Governo proprio in considerazione delle proposte arrivate. Non possiamo deludere le aspettative di chi vorrebbe investire nella nostra provincia e dobbiamo farlo in fretta perché le imprese non possono aspettare” commenta il presidente Renzo Di Sabatino.
Parallelamente, in provincia di Teramo, sono in arrivo altri finanziamenti per le aree “di crisi non complessa” (124 milioni la dote nazionale che dovrà essere ripartita fra le diverse regioni). I Comuni interessati sono 28 distribuiti su tre cosiddetti “Sistemi Locali Lavoro”. Potranno presentare domanda di finanziamento le imprese dei comuni di: Basciano, Bellante, Campli, Canzano, Castel Castagna, Castellalto, Castelli, Cellino Attanasio, Cermignano, Colledara, Cortino, Crognaleto, Fano Adriano, Isola del Gran Sasso, Montorio, Penna Sant’Andrea, Pietracamela, Rocca Santa Maria, Teramo, Torricella, Tossicia, Mosciano Sant’Angelo, Notaresco, Arsita, Bisenti, Castiglione Messer Raimondo, Castilenti, Montefino.