Melania, lettera di Parolisi a giornalista Mediaset: ho tradito mia moglie, ma non l’ho ammazzata

parolisi5Teramo. “Non avrei mai pensato di scriverti in questa situazione …L’ho tradita ma non l’ho ammazzata. In termini di legge il tradimento non costituisce nessun reato, allora non mi spiego il motivo della mia permanenza qui, in carcere”. È destinata alla giornalista di Quarto Grado Ilaria Mura e a suo marito questa lettera scritta da Salvatore Parolisi, pubblicata da Tgcom . Dal carcere di Teramo, dove è rinchiuso con l’accusa di aver commesso l’omicidio della moglie, Melania Rea, il caporalmaggiore dell’esercito affida pensieri e sensazioni in queste righe parlando del suo matrimonio, dichiarando la sua innocenza e la sensazione di solitudine che sta vivendo.

 

Ecco alcuni passaggi della lettera. “Ho bisogno di tutti voi per acquisire sempre più fiducia in me … per uscire da questa ingiustizia. Sono sempre stati gli affetti più cari che ci danno la carica per andare avanti e superare le difficoltà, sempre con l’aiuto del Signore. Le mie lunghe e interminabili giornate le trascorro, leggendo scrivendo e pregando con quella poca fede ancora rimastami e con l’aiuto di persone estranee che mi inviano lettere per offrirmi la loro solidarietà”.”Non tutti mi hanno già condannato… – prosegue la lettera – dirvi come sto io adesso solo Dio lo sa, ma sono un combattente non mollo facilmente e combatterò fino a quando dimostrerò la mia innocenza, per la memoria di mia moglie e per mia figlia. “A volte chiudo gli occhi e rivedo tutta la mia vita”, aggiunge, “partendo da quelle immagini del mio matrimonio che voi avete trasmesso in. Be’ cosa vedo ioQuel ragazzo, volontario in Kosovo, in Afghanistan, con una grande e sana voglia di vivere, di sperimentare nuovi orizzonti, di sognare … Perdo la linfa della vita, mi vengono tarpate le ali. Quell’anima gentile non esiste più”.”Tutti coloro che mi hanno distrutto la vita frantumando i miei sogni non troveranno mai pace finché io sarò in vita. Adesso sono un ragazzo sommerso dall’odio – spiega il caporal maggiore – frustrato, debole, che affonda nel suo sgomento il suo dolore … Nel cuore una grande voglia di vita e speranzoso di poter al più presto ridere e stringere forte al mio petto ma mia piccola Vittoria … Mi sta mancando la voglia di vivere, penso che forse sarebbe stato meglio che avessero ammazzato me quel giorno”.”Mi mancate tutti – conclude nella lettera – Melania, Vittoria, la mia famiglia, gli amici, la mia vita”.

 

 

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