Teramo, effetto terremoto: genitori preoccupati per lo stato delle scuole

Un incontro partecipato quello che si è tenuto nella sala consiliare del Comune di Teramo che ha visto la presenza del sindaco Maurizio Brucchi, del presidente della Provincia, Renzo Di Sabatino, e di un centinaio di genitori, in rappresentanza di tanti altri, preoccupati per la situazione di sicurezza nelle scuole del territorio.

Brucchi ha ricordato che, dopo il controllo di tutti i plessi da parte dei tecnici comunali a seguito del sisma di domenica, da un paio di giorni sono cominciate le verifiche del personale della Dicomac che segue la scala di priorità indicata dal Comune, partendo dalle scuole con maggiori problemi.

Delle sette scuole visionate finora, la Savini e la San Giuseppe sono state classificate come categoria C, ovvero parzialmente inagibili, che necessitano di interventi importanti per cui la scelta dell’amministrazione è stata quella di chiuderle e spostare gli alunni fino alla fine dell’anno. Dalla prossima settimana, dunque, i bambini della scuola dell’infanzia andranno alla D’Alessandro mentre i 209 della scuola primaria e i 623 della secondaria andranno alla scuola Molinari, previa una verifica completata oggi.

La D’Alessandro e la scuola della Gammarana risultano di categoria A, mentre Colleatterrato, Piano Solare e Noè Lucidi sono di categoria B, con il rifacimento di piccole opere (un tramezzo, una pensilina e un intonaco). Le verifiche della Protezione Civile sugli edifici scolastici continueranno anche nelle prossime ore e dovrebbero essere completate entro lunedì.

Il primo cittadino ha assicurato di aver chiamato in mattinata il commissario per la ricostruzione Vasco Errani per far presente la situazione a Teramo, confermando come solo in caso di dichiarazione di inagibilità si potrebbe sperare di avere i Musp, per l’arrivo dei quali, comunque, sarebbero necessari più di due mesi. Mentre negli altri casi si potrà provvedere o all’istituzione di doppi turni nelle scuole di categoria A o al trasferimento degli alunni negli edifici a disposizione dell’amministrazione.

“In questa gestione dell’emergenza”, ha confermato anche il presidente Di Sabatino, “dobbiamo avere la massima garanzia dai tecnici”, sottolineando come questo sia il momento di non fare passerelle ma di stare uniti. “Non possiamo chiudere la città”, ha proseguito, ricordando come in provincia ci siano 11 mila studenti circa e spiegando come le verifiche effettuate si basano su il controllo del pre e post sisma. Inoltre ha assicurato che dei 5 milioni e settecento che entreranno dalla vendita della caserma dei carabinieri una buona fetta sarà destinata alla messa in sicurezza delle scuole.

“Soluzioni alternative praticabili per tutti non ce ne sono”, ha concluso Di Sabatino ricordando come ci si debba affidare alle indicazioni dei tecnici. Tanti gli interventi dei genitori che hanno chiesto innanzi tutto che, oltre all’agibilità, ci si preoccupi della sicurezza delle scuole, tenendo conto dell’emotività da gestire. Inoltre è stata chiesta la presenza in tutti i plessi del personale della Protezione Civile che possa preparare adeguatamente il personale scolastico.

E sono stati espressi anche dubbi sull’opportunità di riaprire le scuole giovedì visti i lavori da completare e le difficoltà di alcune famiglie di rientrare nelle proprie case tenuto conto che attendono ancora le verifiche. Altri hanno contestato l’uso delle schede speditive con cui sono state effettuate le verifiche, considerate insufficienti per rilevare i danni, mentre per tutti è fondamentale riuscire a gestire la paura.

E alla richiesta di una nuova agenda politica che chieda con più insistenza anche al Governo attenzione all’edilizia scolastica, Di Sabatino ha confermato come per ora le istituzioni abbiano funzioni limitate alla gestione dell’emergenza del danno provocato dal sisma e al ripristino, per cui ad oggi, le scuole di sua competenza saranno riaperte giovedì. La maggior parte dei genitori è comunque intenzionata a non rimandare i propri figli scuola.

Intanto il Pd ha chiesto l’istituzione di una commissione permanente per seguire da vicino la questione legata alle verifiche strutturali.

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