Teramo, inchiesta Asl sul bimbo salvato a Pescara

Ci vuole vedere chiaro la Asl di Teramo dopo aver appreso da alcuni organi di informazione la notizia di un bambino di tre anni operato di urgenza all’ospedale di Pescara per una appendice perforata, a seguito di un ricovero nell’ospedale teramano.

La direttrice sanitaria Maria Mattucci,infatti, ha immediatamente avviato un’indagine conoscitiva attraverso l’attivazione della propria Unità Operativa di Gestione del Rischio Clinico per individuare se ci siano state delle eventuali criticità specifiche nel percorso effettuato dal piccolo paziente nella struttura teramana.

“L’analisi”, scrive in una nota la Mattucci, “permetterà di chiarire ‘cosa è accaduto’, ‘perché è accaduto’, ‘le criticità individuate’ e le ‘possibili soluzioni’, condivise con gli operatori, idonee a diminuire sempre più la rischiosità dei percorsi assistenziali”.

I fatti risalgono alla vigilia di Natale quando il bimbo di tre anni viene portato dai genitori al Mazzini per un forte mal di pancia, che dura da qualche giorno, e la febbre alta. Al piccolo viene diagnosticata una gastroenterite, viene ricoverato in pediatria e dimesso il 29 dicembre con una cura di fermenti lattici e antidolorifici.

Ma, prima della visita di controllo fissata per l’8 gennaio, vista la persistenza dei dolori, il 2 gennaio i genitori riportano il piccolo al pronto soccorso teramano dove viene diagnosticato un semplice meteorismo addominale. Il terzo tentativo viene fatto anche il giorno successivo, stavolta con una diagnosi di infiammazione genitale da curare con tachipirina.

I genitori decidono così di rivolgersi ad un chirurgo pediatrico che prescrive un’ecografia. Il primo spazio utile ci sarebbe il 7 gennaio ma il bambino continua a lamentarsi tanto così, dopo molta insistenza, la famiglia riesce a farsi fare l’esame il 5 e viene riscontrata una massa che, per il pediatra di turno, risulterebbe essere un ammasso di feci.

Ma visto il perdurare dei dolori e il continuo peggioramento delle condizioni fisiche del bimbo, i genitori decidono di portarlo al Santo Spirito di Pescara dove viene diagnosticata un’appendice perforata e operato d’urgenza, con la necessità di sottoporre il piccolo anche a due trasfusioni di sangue.

Ora la situazione clinica del bambino è decisamente migliorata ma resta da spiegare il motivo per il quale sia stato necessario far vivere ad un paziente così piccolo un calvario di due settimane senza che si riuscisse a capire la reale natura dei forti dolori.

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