Teramo, la polizia penitenziaria di Castrogno scende in piazza

protesta_sinappeTeramo. Una protesta silenziosa, sommessa, quasi imbarazzata. E’ quella che hanno messo in piedi questa mattina, davanti agli uffici della Prefettura di Teramo, i rappresentanti del Sinappe, il sindacato autonomo della polizia penitenziaria. Una protesta che riflette in pieno le loro condizioni lavorative: nell’assoluta indifferenza delle istituzioni.

Ancora una volta, gli agenti della penitenziaria in forza nel carcere di Castrogno scendono in piazza per denunciare una situazione ormai al limite del tollerabile.

Turni di lavoro massacranti, forte carenza di personale alla quale corrisponde dall’altra parte un sovraffollamento dell’istituto di pena.

“All’interno del carcere” denuncia il segretario regionale Sinappe Giampiero Cordoni “si lavora anche per 12 ore continuative. Sono turni che hanno un inizio, ma non una fine certa. Mancano totalmente le condizioni di sicurezza, legate ad un sovraffollamento asfissiante e ad una carenza di personale”.

Basti pensare che la notte vi sono solo sette agenti in servizio, uno per ogni piano, che si trovano a gestire 400 detenuti. “A Castrogno, infatti” continua Cordoni “sono previste 200 unità per una capienza di 240 detenuti. Nella realtà dei fatti, vi sono 181 agenti su 400 carcerati”.

carcere_castrognoSenza contare l’alto grado di assenteismo, dovuto al forte stress al quale è sottoposto il personale, e al fatto che lo stesso si ritrova a gestire anche particolari tipologie di detenuti, affetti spesso da turbe psichiche. “Se succede qualcosa, soprattutto di notte” aggiunge il sindacalista “dobbiamo considerarci fortunati solo se ne usciamo vivi”.

A queste problematiche, si aggiungono poi i tagli agli straordinari (“siamo ancora in attesa del pagamento dei mesi di dicembre e gennaio”), la riduzione dei fondi destinati al comparto sicurezza, che ha messo letteralmente in ginocchio le forze di Polizia. E in tutto questo, l’unica risposta resta l’indifferenza.

“Il direttore del carcere è latitante da anni” conclude Cordoni “il Provveditorato è sordo alle nostre richieste, nessuno ci ascolta. Noi, tuttavia, vogliamo che la gente sappia ed è per questo che oggi abbiamo deciso di scendere in piazza. Siamo certi che non servirà a molto, perché a nessuno interessa Castrogno”. Ma loro, gli agenti di Polizia Penitenziaria, continueranno a battersi per vedere riconosciuti i loro diritti, non solo lavorativi, ma umani. “Questo è solo l’inizio”.

Marina Serra


 

 

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