Teramo, settimana corta a scuola. Rivoluzione per le elementari

Settimana corta sì, settimana corta no. Dopo il gran parlare degli ultimi giorni, con decisioni date quasi per scontato da parte di alcuni amministratori cittadini, tavoli di lavoro con dirigenti di scuole primarie e secondarie e gruppi di discussione nati un po’ dovunque sui social network, poco spazio è stato dato a coloro che questa decisione dovranno attuarla nel concreto, ovvero ai dirigenti scolastici degli istituti comprensivi teramani. Per loro, infatti, è il compito più difficile non solo per la pianificazione del lavoro, ma soprattutto per rendere omogenea la nuova organizzazione che riguarderà una fascia di studenti con esigenze molto differenti tra loro.

Impensabile, infatti, poter disegnare una scuola uguale per bambini della scuola materna, delle elementari e ragazzi delle scuole medie. In particolare saranno gli alunni della scuola primaria a subire i maggiori disagi visto che non è ancora ben chiaro se si parla di una ridistribuzione delle ore che preveda anche dei rientri pomeridiani o di un orario prolungato che, per i bambini dai 6 agli 11 anni, andrebbe dalle 8 alle 13.45. Non tutte le scuole, infatti, potrebbero garantire la continuità dell’orario pomeridiano vista la mancanza delle mense.

“L’orientamento avuto dopo primo incontro con gli amministratori” spiega Maria Beatrice Mancini, dirigente scolastico dell’istituto comprensivo Teramo 1, “è favorevole alla chiusura del sabato, ma le modalità per il recupero dell’orario non sono state ancora definite. Ci sarà un prossimo incontro mercoledì dove dovremo mettere a punto anche questi particolari”.

“La perplessità maggiore riguarda la scuola primaria”, conferma Clara Moschella, dirigente dell’Istituto comprensivo Teramo 4, “visto che ci sono alunni più piccoli che difficilmente potrebbero adeguarsi ad un orario più lungo. E comunque bisognerà in primo luogo raccogliere le opinioni del Collegio dei Docenti e del Consiglio d’Istituto, il cui parere va ascoltato, prima di prendere qualunque decisione. La proposta è fattibile, ma si deve studiare come attuarla in maniera funzionale, tenendo in considerazione le strutture che si hanno e ipotizzando anche un rientro pomeridiano”.

Quello che appare chiaro, comunque, è capire innanzi tutto cosa pensano i genitori, gli insegnanti e il personale Ata che, insieme ai dirigenti, sono parte attiva dell’intera comunità scolastica.

“Facciamo in modo che l’apprendimento e il bambino restino sempre al centro di ogni decisione”, è il pensiero di Maurizio Angelotti dell’Unione comunale del Pd che, seppur scettico ma senza alcuna preclusione a questa proposta, chiede di conoscere in maniera dettagliata quale sia effettivamente il risparmio per l’amministrazione. “Sono ancora tanti gli aspetti da valutare vista la complessità dei fattori e le varie realtà che entrano in gioco per questa decisione”, continua il segretario, “ma auspichiamo che la qualità didattica e la buona crescita dei nostri bambini restino il fattore primario in base al quale attuare poi qualunque scelta”.

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