Colle dei nidi: una sentenza destinata a fare giurisprudenza

Un piccolo “Davide” che ha abbattuto il gigante “Golia”. E’ stata una vittoria storica quella che hanno ottenuto il Comune di Mosciano, quello di Bellante e quello di Campli nei confronti del Ministero dello Sviluppo economico e della Regione Abruzzo, nella battaglia che ha visto contendersi l’area detta “Colle dei Nidi”, a cavallo delle province teramana e ascolana, minacciata dalla possibile invasione delle trivelle.

E la sentenza del Tar del Lazio, che annulla il permesso di ricerca della durata di sei anni, per idrocarburi liquidi e gassosi alle società Gas Plus Italiana, Medoilgas Italia e Petropep Italiana, è destinata a fare giurisprudenza visto che, sulla base di questa decisione, altri Comuni italiani si stanno già muovendo per intraprendere la stessa strada.

I giudici, infatti, hanno rilevato l’illeggittimità del procedimento del rilascio dei permessi in quanto anche i Comuni avrebbero dovuto essere coinvolti in questa decisione. Per gli avvocati che hanno seguito il ricorso, dunque, è stato ribadito il diritto della comunità ad autodeterminarsi. Inoltre il caso è destinato ad avere ripercussioni ben più importanti visto che, seppur solo con i suoi 83 chilometri quadrati, “Colle dei Nidi” è un elemento essenziale di una presenza strategica per le attività petrolifere, vicina com’è a Porto d’Ascoli dove nascerà la centrale di stoccaggio del gas.

“Pur se provendono da società diverse” ha spiegato l’avvocato Paolo Colasante in rappresentanza dei tre Comuni teramani, che ha anche confermato di essere stato contattato a riguardo da un’agenzia di stampa americana, “i permessi di ricercasono tutti collegati tra di loro per cui se salta un tassello, si rischia di far saltare tutto il sistema”. E, solo in Abruzzo, ci sarebbero altri 9 procedimenti di permesso per effettuare ricerche in terra e in mare, avviati prima del 2009, in attesa di avere ancora risposta. Ma, secondo quanto dichiarato dall’assessore all’ambiente Mario Mazzocca, anche la Regione, prendendo atto delle decisioni del Tar, si starebbe impegnando per invertire il senso di marcia, tornando sui propri passi e sposando le esigenze del territorio.

Grande la soddisfazione dei tre sindaci e della Provincia di Teramo che, con l’attuale amministrazione, ha deciso di costituirsi parte civile in tutti i giudizi contro quella che il presidente Renzo Di Sabatino ha definito “oppressione di un territorio che ha una vocazione completamente diversa”.
“Lo sviluppo del territorio deve essere deciso da chi lo abita e da chi lo amministra”, ha continuato il presidente, sottolineando anche come sia necessario avere “una linea di condotta univoca” tra amministratori locali e rappresentanti parlamentari abruzzesi, perché “non è possibile che le amministrazioni locali debbano ricorrere al Tar e poi i politici che sono a Roma prendano decisioni diverse da quelle del territorio che rappresentano”.

Sulla stessa linea d’onda anche il sindaco di Mosciano, Giuliano Galiffa, che conferma come “gli Enti locali devono poter dire la loro prima di subire decisioni che vengono dall’alto”. “Forse qualcuno ci ha visto come coloro che vogliono opporre resistenza al progresso e alla ricerca”, ha aggiunto il sindaco di Bellante, Mario Di Pietro, “ma in realtà pensiamo che il modello di sviluppo per il nostro territorio debba basarsi sulla valorizzazione dell’agricoltura, del patrimonio enogastronomico e di quello culturale. Quindi possiamo fare a meno delle ricerche sugli idrocarburi e, soprattutto, vogliamo ribadire il diritto della comunità ad autodeterminarsi, in particolare ora, con la nuova prospettiva di non essere più soli”.

La nota del Coordinamento No Triv Abruzzo: “La Regione Abruzzo non assuma decisioni affrettate e rischiose”

Su “Colle dei Nidi” le ragioni della comunicazione non prevalgano su quelle della buona politica e del diritto e l’Assessore Mazzocca desista dal proposito di portare all’esame della Giunta una proposta di deliberazione con cui, preso atto della sentenza del TAR Lazio, si nega l’Intesa.

Si dia piuttosto mandato all’Avvocatura Regionale di vagliare percorsi alternativi: tra tutti quello di un nuovo ricorso amministrativo qualora il Ministero dello Sviluppo Economico dovesse decidere inopinatamente di riaprire il procedimento di autorizzazione di Colle dei Nidi.

Sconcerta aver conferma, dalle dichiarazioni rilasciate dall’Assessore Mazzocca, di quanto si era appreso dalla lettura della sentenza del TAR Lazio. In verità si era pensato ad un refuso. Ora invece sappiamo per certo che l’Avvocatura Regionale ha difeso gli atti con cui la Regione nel 2008 e nel 2013 spianò la strada al rilascio del permesso di Colle dei Nidi. Da non credere.
Che oggi la Regione decida di non ricorrere contro la sentenza del TAR Lazio che ha bocciato Colle dei Nidi è un atto dovuto. Ci mancherebbe altro.

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