Pescara. Prefettura-Utg, regione e Abruzzo Sviluppo siglano il Protocollo di legalità

 

IMG_3253_webPescara. “Al momento non ci sono motivi di preoccupazione” rassicura il prefetto di Pescara Vincenzo D’Antuono. “Ma non è necessario che ci siano situazioni di allarme per tenere alto il livello di attenzione. È fondamentale invece la prevenzione per garantire la sicurezza degli imprenditori e dei lavoratori stessi”.

Il sistema delle agevolazioni è spesso stato contaminato da infiltrazioni malavitose e da degenerazioni che in molti casi hanno minato la credibilità delle istituzioni e il rapporto fiduciario che esse devono avere con il territorio. È quindi indispensabile riaffermare il valore della legalità e garantire al cittadino che le risorse pubbliche vengano utilizzate nel rispetto rigoroso e certo delle leggi e della normativa. L’intero sistema economico deve essere certo che le risorse pubbliche rappresentino un sostegno reale alle aziende più virtuose e non una distorsione dei normali meccanismi della libera concorrenza e della imprenditorialità privata.

Questi i principi alla base del Protocollo di legalità siglato questa mattina dal prefetto D’Antuono, dall’assessore regionale allo sviluppo economico Alfredo Castiglione e dal presidente di Abruzzo Sviluppo Nello Rapini. La platea – in prefettura – è affollata di autorità, rappresentanti di associazioni di categoria e forze dell’ordine – dal presidente della provincia Guerino Testa ai vertici di carabinieri, guardia di finanza, guardia forestale, divisione marittima.

“Scopo del Protocollo è dare avvio a un ulteriore strumento di contrasto alle infiltrazioni malavitose nei sistemi degli appalti, dei servizi, delle forniture, ma anche delle agevolazioni e delle concessioni di finanziamenti” spiega ancora D’Antuono.

Il Protocollo dà concreta attuazione alla direttiva del ministro dell’interno in materia di controlli preventivi nelle attività a rischio di infiltrazione da parte di organizzazioni criminali (Dpr 252/98). Abruzzo Sviluppo – l’agenzia di sviluppo della regione Abruzzo – dovrà quindi comunicare alla prefettura di Pescara i dati relativi alle società e alle imprese chiamate a realizzare interventi, a fornire beni o servizi, ovvero destinatarie di erogazioni. Rispetto alla normativa precedente viene abbassato il tetto che rende necessaria la certificazione – che passa da circa 155mila euro (l’equivalente di 300 milioni delle vecchie lire) agli attuali 50mila euro. “Perché l’appetito” aggiunge D’Antuono “può sorgere anche per cifre ridotte”.

Il Protocollo ha una durata di tre anni dalla data di sottoscrizione, ma potrà essere rinnovato anche integrandone i contenuti. “L’intesa con Abruzzo Sviluppo” conclude il prefetto “è senza dubbio migliorabile e adattabile a ulteriori necessità che strada facendo dovessimo riscontrare, ma avrà operatività immediata”.

Prevenzione, fiducia, collaborazione. Sono gli elementi chiave del Protocollo anche per Rapini, secondo il quale “la prevenzione è importante tanto quanto la repressione, che però interviene quando il danno è già compiuto. E ogni volta poi bisogna ricostruire da capo i rapporti di fiducia e la credibilità. Ciò è tanto più vero – e grave – quando si tratta di pubblica amministrazione. Chi dirige un ente pubblico ha il dovere di garantire e offrire trasparenza. Per questo è importante la collaborazione con tutte le forze dell’ordine”.

Insiste inoltre sull’allargamento l’assessore Castiglione. “Auspico che il Protocollo possa essere esteso anche ad altri settori – a partire da quello della ricostruzione all’Aquila – e alle altre prefetture abruzzesi. Per dare alla cittadinanza un senso di sicurezza e trasparenza. Vogliamo che i finanziamenti prendano la direzione giusta, per il bene della crescita economica e sociale. È giusto che ognuno sappia come vengono utilizzati i fondi pubblici destinati alla crescita del territorio e che non si lasci spazio all’insediamento di fenomeni criminosi nella gestione di queste risorse”. Anche per Castiglione è essenziale, per le imprese come per i singoli cittadini, “vedere nelle forze dell’ordine degli alleati per la prevenzione della criminalità e quindi per la nostra sicurezza”.

Pierluigi Farnese

 

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