Pescara, Villa Basile: ecco i soldi per salvarla

 

comune_pescaraPescara. Villa Basile, per chi non la conoscesse, è forse l’ultima bomboniera verde dei colli, un belvedere che dalla parte più alta della città si affaccia direttamente sul mare. Un’area di 25mila mq che, con tante battaglie, il Comune è riuscito a salvaguardare ponendolo sotto vincolo di verde pubblico. Ma il palazzo è sempre pronto dietro l’angolo per spuntare come un fungo, ed una lunga vicenda di lottizzazione, cause, ricorsi e Piani regolatori ora assoggetta Villa Basile a due rischi: la cementificazione o la svendita ad un solo milione di euro.

Tutto parte dal 1997, quando il P.r.g. di allora, e il successivo del ’93, resero quell’area edificabile e a giovarsene furono il proprietario, il sig. Marcantonio, e la più celebre palazzinara pescarese, Deborah Caldora, in funzione di procuratrice legale del Marcantonio. Partono poi le battaglie ambientaliste che coinvolgono amministrazioni di centrodestra e centrosinistra; il Comune mette l’area sotto Piano particolareggiato ponendo diniego alla costruzione, parte il contenzioso, si avvicendano i P.R.G, le procedure urbanistiche, viene cambiata la destinazione d’uso di Villa Basile in ‘verde pubblico’ e la Caldora fa partire i ricorsi di annullamento delle delibere comunali. Chiede, con ricorso al Tar, un risarcimento da parte del Comune di 7milioni di euro, il Tar le dà ragione ma per un solo milione, che il Comune non vuole sborsare e fa ricorso al Consiglio di Stato. Ma la Caldora ha ragione e mette in mora il Comune che è intanto tenuto ad ottemperare. Entra allora in gioco una proposta di transazione: il Comune concederebbe l’edificabilità di 2375 mq in luogo del milione di euro dovuto.

Interviene, unanime, l’opposizione proponendo una delibera al Consiglio comunale che rintraccia i fondi per pagare subito, data l’esecutività della sentenza del Tar, e far cadere contenzioso e causa, salvando la perla ambientalistica che spicca su Pescara. “Innanzitutto siamo ancora in attesa della sentenza del Consiglio di Stato”, esordisce Maurizio Acerbo (Rc) in una conferenza stampa convocata dai capigruppo di centrosinistra, “che potrebbe anche dar ragione al Comune; se intanto si acconsente alla costruzione di quei palazzi si permetterà di compiere un danno irrevocabile ed eterno, al misero prezzo di un milione di euro. Antonelli, Sospiri, Masci e co. hanno sempre dichiarato che non sarebbero tornati indietro sulle battaglie ambientali, e qui non stiamo mettendo in discussione il vincolo su Villa Basile, ma la resa a questo misero prezzo per un area di verde pubblico”.

La soluzione la spiega Camillo D’Angelo (Pd), premettendo la necessità di un accordo bipartisan sulla delibera presentata alla maggioranza: “Nel corso del 2010 il Comune ha accumulato un ‘tesoretto’ di 3.434.000 euro derivante dall’Ici sugli immobili del gruppo D”, un rimborso straordinario dallo Stato sulle aree industriali, “dei quali avanzano 1.450.000 euro dai quali attingere il milione per pagare la Caldora”. Pagare subito, quindi, assolvendo ad una cifra stabilità dal Tar, per salvare l’intera area: “Anche la porzione che verrebbe esclusa dall’intervento edilizio sarà asservita ad esso, tra strade e pertinenze che interromperebbero la continuità con gli altri lotti di parco”, commenta Acerbo.

“E’ la via più diretta per la soluzione, pagare subito e tanto quanto imposto dal Tar su sentenza richiesta dalla Caldora. Cercare, invece, la transazione, prima del giudizio del Consiglio di Stato farebbe cadere la causa, ma la sentenza potrebbe anche far decretare un rimborso inferiore al milione. E non dimentichiamoci che, data l’esecutività della sentenza del Tar, in ogni momento la Caldora potrebbe far pignorare beni del Comune per risarcirsi del milione che le spetta”, aggiunge Adelchi Sulpizio (Idv). “Questa delibira”, prosegue Moreno Di Pietrantonio (Pd), “dimostra la grande proposta costruttiva dell’opposizione. Ci sono i soldi? Paghiamo, invece di snaturare le battaglie fatte in passato per il recupero di quell’area”.

Certo è che, costruendo su 2300 mq almeno 25 appartamenti, la Caldora incasserebbe somma ben maggiore di un milione, forse per questo non ha interesse nell’affrettare la messa in mora. Ovvio pure che, quella determinata area, con una valutazione approssimativa di 3000 euro per mq, subisce un forte deprezzamento dal giudizio del Tar, ma ciò è a tutto vantaggio del Comune. In ballo, però, c’è anche un’altra sorta di svalutazione: “Si spendono 240mila euro per un festival di 15 giorni, 600mila euro per coprire i campi del circolo tennis, e non si salva Villa Basile per un solo milione?”, commenta in coro l’opposizione.

Daniele Galli

 

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