Spoltore, in tanti alla notte della ‘Tavola dei morti’

Spoltore. Tante le persone che hanno preso parte alla ‘Tavola dei morti’, il percorso alla scoperta dei riti e delle tradizioni locali che si svolge la notte tra 1 e 2 novembre.

L’evento, giunto al quarto anno consecutivo, è organizzato dall’associazione Fontevecchia all’interno del Borgo Case Troiano.

Il percorso è partito dall’area antistante alla Motorizzazione civile, “dove storicamente”, ha ricordato il presidente dell’associazione, Luciano Troiano, “si narra che ci fosse un pozzo, oggi riempito, dove si abbeveravano i cavalli dell’Esercito spagnolo, e nel mese di novembre, dedicato ai defunti, era vietato attingere l’acqua del pozzo proprio per timore di incontrare l’anima dei cavalieri deceduti”.

Lungo il viale delle querce, la lunga processione delle candele ha incontrato la processione dei Frati Morti. Il mito, come si è ricordato nella serata, racconta della presenza in Abruzzo di un monastero in cui i frati erano poco dediti alla preghiera e più alla lussuria. In occasione di un tragico terremoto i frati morirono sotto le macerie e, da quel momento, sarebbe loro concesso di tornare sulla terra solo nella notte tra 1 e 2 novembre per pregare ed espiare le loro colpe. Anticamente si pensava poi che il loro compito fosse quello di traghettare le anime dei propri cari nell’ultimo passaggio.

Sotto una quercia, durante il cammino, è poi spuntata fuori la figura de ‘Lu’ Mazzamurille’, spiritello dispettoso che infastidiva e ingannava i vivi, tipico della tradizione meridionale. Quindi la visita all’altare delle anime pezzentelle, ovvero del Purgatorio, e, infine, la visita alle abitazioni per la scoperta delle tavole lasciate apparecchiate per accogliere in modo ospitale il passaggio notturno e spirituale delle anime dei defunti, e la tradizione vuole che il cibo lasciato sulle tavole, il 2 novembre, non venisse consumato dalle famiglie, ma fosse dato ai poveri.

Il lungo percorso si è concluso nella chiesa della Santissima Trinità, situata nel Borgo, per conoscere la figura del Pulcinella abruzzese, altra figura di trait d’union tra il mondo dei vivi e quello dei morti, consumando, anche in questo caso, il rituale secondo cui ‘il primo che nella notte del primo novembre entra in chiesa ha la possibilità di liberare un’anima del Purgatorio’.

Infine l’assaggio del cibo rituale, un cibo povero come vuole la tradizione contadina per una serata di penitenza e preghiera, costituito da zucca e patate e dal grano dei morti, ovvero grano saraceno con melograno e mosto cotto.
La processione dei Frati Morti sarà riproposta anche nel centro storico di Napoli: sabato 11 novembre infatti a partire dalle ore 10:30 dalla Basilica di Santa Chiara nella città partenopea prenderà il via il corteo di figuranti in abito tradizionale abruzzese, dell’associazione teatina ‘Camminando insieme’ e dei costumi napoletani ottocenteschi dell’associazione Fantasie d’Epoca, accompagnati dalle Zampogne d’Abruzzo e dall’associazione ‘Beato Marco d’Aviano; l’evento è promosso in collaborazione con l’associazione ‘I Sedili di Napoli’.

“L’evento”, ha affermato il presidente Troiano, “suggella un importante gemellaggio con Napoli e le sue associazioni culturali, teso al recupero di quelle tradizioni comuni al centro-sud e che rischiano oggi di venire perse”. Alla trasferta napoletana prenderà parte anche il sindaco di Spoltore, Luciano Di Lorito.

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