Pescara, almeno 4 tombe e un abitato sotto il Rampigna-FOTO

Pescara. Un vero e proprio abitato e almeno 4 sepolture: il sottosuolo dell’ex campo Rampigna continua a restituire resti storici di grande importanza.

E’ il presidente dell’Archeoclub Pescara, Giulio De Collibus, a riportare i risultati delle indagini archeologiche che si stanno svolgendo sotto il terreno del campo sportivo ai margini di Pescara Vecchia.

In un post su Facebook, ripreso anche dalla pagina Pescara Segreta, vengono elencati i nuovi ritrovamenti effettuati in una minima parte dell’intera area occupata da quel campo che per decenni ha visto migliaia di ragazzini e squadre dilettantistiche affrontarsi in partite di calcio e rugby:

Almeno 4 sepolture antiche tra individuali e multiple; un lungo muro perimetrale della fortezza, il quale potrebbe forse continuare al di sotto di via De Gasperi fino a collegarsi ai resti del bastione San Vitale riemersi a ridosso della ferrovia; numerosi frammenti di ceramiche risalenti a varie epoche comprese tra il 400 a.C. e l’alto medioevo; manufatti in muratura e tratti di costruzioni risalenti a diverse epoche.

“Ormai c’è la traccia di un abitato i cui muri sono coperti dall’acqua. La parte più interessante comincia oltre i 2,50 metri di profondità. Ancora 3 sepolture. l’ultima foto è invece un muro della piazzaforte”, afferma De Collibus che, però, si dice preoccupato: “Temo che tutto verrà presto ricoperto”.

A lui si aggiunge l’appello di Pescara Segreta, pagina Facebook dedicata alla riscoperta della storia del capoluogo adriatico:

“È ormai evidente che il sito archeologico, verosimilmente esteso a tutta l’area compresa tra la ferrovia e la questura – inclusa – può realmente riscrivere la storia di Pescara: non solo quella passata ma anche quella futura, schiudendo nuove prospettive culturali, turistiche ed economiche. Rivolgiamo quindi un appello al Comune di Pescara ad attivare canali volti ad ottenere i finanziamenti necessari a condurre una campagna di scavo sistematica e realizzare il parco archeologico. In caso di difficoltà nel reperire i fondi, il Comune potrebbe anche lanciare una campagna di crowdfunding, invitando ogni cittadino interessato a sostenere la campagna di scavi con donazioni anche minime a versare un contributo – anche minimo – su un conto corrente comunale dedicato. I nomi dei mecenati potrebbero infine essere incisi su una targa da affiggere all’interno del parco archeologico.
Invitiamo infine la Fondazione Pescarabruzzo e tutti i professionisti e grandi gruppi imprenditoriali locali a prendere in considerazione la possibilità di cofinanziare uno dei progetti più appassionanti che la città abbia vissuto negli ultimi anni”.

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