Montesilvano, nuovo colpo alla famiglia Spinelli: sequestrati beni per circa 2 milioni di euro

Sequestro_BevilaquaMontesilvano. Alle prime luci dell’alba di questa mattina, un’operazione congiunta della Questura di Pescara, del Comando Provinciale della Guardia di Finanza, Comando Provinciale dei Carabinieri e del Comando Provinciale del Corpo Forestale ha portato al sequestro di beni immobili e beni mobili registrati, per un valore stimato di 1,8 milioni di euro.

L’ingente patrimonio, sottoposto a sequestro, apparteneva alla famiglia di etnia rom degli Spinelli, nota per i trascorsi criminali di alcuni dei loro componenti.

Si tratta, in particolare, di tre unità immobiliari con annesse aree di pertinenza, otto autovetture e tre motocicli intestati o comunque riconducibili, anche per interposizione fittizia, ai membri della famiglia residente a Montesilvano.

È questo il risultato di un articolato e complesso lavoro investigativo, recentemente preannunciato dal Questore Passamonti e dal Comandante Provinciale della Guardia di Finanza, Colonnello Mauro Odorisio, nel corso di un’analoga operazione portata a conclusione una settimana fa.

Il tribunale, anche in quest’occasione, non si è fermato all’applicazione delle misure patrimoniali e, accogliendo le istanze del Questore di Pescara, ha disposto 11 misure di sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di dimora nel comune di residenza.

Nel corso dell’operazione il Corpo Forestale ha anche ispezionato i luoghi in cui vengono tenuti i cavalli da corsa di proprietà degli Spinelli per verificarne le condizioni. In passato alcuni dei soggetti destinatari dei provvedimenti sono stati denunciati dalla Guardia di Finanza per aver organizzato competizioni ippiche clandestine ed averne gestito le relative scommesse.

 

Non è la prima volta che gli Spinelli finiscono nel mirino delle forze dell’ordine. Nel mese di luglio i capostipiti, Ferdinando Spinelli e la moglie Giovina Di Giorgio, sono stati arrestati dai carabinieri di Montesilvano nell’ambito dell’operazione ‘Domino’ che ha sgominato un’organizzazione specializzata nello spaccio di sostanze stupefacenti nella quale erano coinvolti diversi componenti del clan.

Figli e nipoti sono stati oggetto oggi dei sequestri che hanno riguardato due appartamenti in via Mincio, a Montesilvano, un appartamento in via Stradonetto (angolo via Raiale), a Pescara e, sempre a Pescara, un appartamento e un garage in via Tevere. Le abitazioni avevano arredi di pregio e finiture di valore e quando i militari dell’Arma hanno fatto irruzione nella casa dove vive Ferdinando Spinelli, l’uomo si sarebbe lamentato dicendo di non avere neppure la possibilità di godersi tranquillamente l’abitazione, nonostante la sua età (65 anni).

Delle cinque persone a cui sono intestati i beni sottoposti a sequestro, solo due risultano svolgere attività lavorativa e cioè un agente pubblicitario e una titolare di un ricovero di cavalli. Proprio il ricovero di via Raiale, a Pescara, controllato questa mattina dalla Forestale, si trova su un’area del Comune occupata abusivamente e sulla quale c’erano anche dei cumuli di letame per cui sarà inviata una segnalazione alla Procura, al Comune e alla Asl affinché si prendano provvedimenti.

All’interno c’erano 6 cavalli e un pony, tutti con microchip (e non sottoposti a maltrattamenti). Sono state bloccate anche due auto (le altre non sono state ancora rintracciate). I rappresentanti di Questura, Carabinieri e Guardia di Finanza hanno ricordato che in passato sono stati effettuati altri sequestri del genere, finalizzati alla confisca, e che il valore totale dei sequestri attuati fino ad oggi è di 18 milioni in euro.

 

Il commento di Marco Forconi, coordinatore regionale Forza Nuova Abruzzo. “Bene, molto bene l’ennesima operazione contro il patrimonio nei confronti di quelle famiglie che vivono nel lusso con i proventi dei propri traffici illeciti ma i sequestri, adottati in riferimento del decreto legislativo n. 159 del 6 settembre 2011 (unitamente alle precedenti leggi emanate nella direzione della prevenzione e repressione del ‘sistema mafia’), non sono sufficienti a garantire l’interruzione dell’attività criminale da parte di quelle famiglie o di quei componenti di un preciso nucleo che perseguono, chiaramente e permanentemente, fini delinquenziali. E’ necessaria, da parte della magistratura, una coraggiosa e determinata volontà di estirpare, con inaudita e simbolica ferocia, le radici di questo albero malato che continuerebbe a produrre, se non fermato, frutti avvelenati. La soluzione è molto semplice e Forza Nuova, in più di un’occasione, l’ha manifestata: estendere il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso, con relativo carcere duro, nei confronti di quelle famiglie che sono state raggiunte da misure antimafia sul proprio patrimonio. Giudici e Pm diano speranza alle migliaia di cittadini che non tollerano più l’assoggettamento e la vessazione fisica e psicologica, prima che il popolo si faccia giustizia in maniera autonoma”.

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